Giuseppe
Di Grande è stato professionista dal 1996 al 2007, collezionando tra l’altro
una vittoria di tappa al Giro d’Italia a Varazze nel 1997, una al Giro di
Romandia a Le Locle, sempre nel 1997, e numerosi piazzamenti nelle più
importanti competizioni del massimo circuito professionistico internazionale.
Campione al Giro Baby del 1995, Di Grande ha iscritto il suo nome insieme a
quelli di Pantani, Di Luca, Casagrande, Simoni e Konychev, vincitori della
corsa rosa riservata ai dilettanti. Salito fra i professionisti, fa parte di
squadre di altissimo livello come la Mapei e la Festina.
Giuseppe,
cosa pensi della Penisola Sorrentina?
“Che è una
terra bellissima! Ci sono stato spesso e ci vengo sempre con grande piacere. Ho
amici che mi hanno fatto vivere la vostra terra come uno di famiglia.
Mettiamola così, penso che se uno ha voglia di fare delle ferie “per bene”,
sceglie la Penisola Sorrentina!”
La corsa
porta il tuo nome: si chiama "7° Giro della Costiera - Giuseppe Di
Grande"
“È una
cosa che mi fa immensamente piacere. Ringrazio i miei amici della Penisola
Sorrentina. Il percorso mi piace tantissimo. Riesce a mettere insieme un
paesaggio fantastico e una competizione che stuzzica parecchio chi come me ama
il ciclismo. Mi auguro che domenica prossima possano esserci tantissimi
ciclisti a pedalare con noi e ne approfitto per lanciare un appello, domenica
vi aspetto a Sorrento.”
C’è una
parte del tracciato che preferisci?
“Beh, si,
direi il tratto dopo Positano, e poi la discesa verso Sorrento. Senza contare
che la parte di Vietri sul Mare è spettacolare e molto bella anche da pedalare.
L’anno scorso mi sono divertito tantissimo. “
In altre
parole, il Giro della Costiera potrebbe trasformarsi in un bel biglietto da
visita per il ciclismo che vive tempi difficili?
“Si, anche
perché il ciclismo è uno sport meraviglioso. Purtroppo le notizie come quella
di Contador non ci aiutano a conquistare nuovi appassionati. Noi ciclisti siamo
i più controllati tra tutti gli atleti, e la cosa a noi fa piacere. Io dico che
devono controllarci. A noi va bene così, perché in questo modo la gente si
rende conto che non siamo tutti disonesti e antisportivi. Non vogliamo essere
considerati dei drogati. Facciamo tanti sacrifici.”
Il tuo è
una sorta di appello agli appassionati, ma anche alla gente che ama lo sport, e
perché no, diretto alla stampa che spesso si butta a capofitto sul minimo
segnale di scandalo che arriva dal mondo delle due ruote.
“Quello
che vorrei è che anche i giornalisti non cercassero sempre e solo il male del
nostro sport. La gente ama il ciclismo perché arriva fin dentro le case,
passando per le strade che tutti quanti fanno per andare a lavoro come per le
cose di tutti i giorni. La nostra corsa riesce ad unire il fascino della
competizione alla bellezza della natura della Penisola Sorrentina, e delle
terre che formano la costiera amalfitana. Il ciclismo vero è nelle corse come
il Giro della Costiera.”
Salvatore
Siviero
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