Maurizio
Fondriest è stato campione del mondo su strada, a Renaix nel 1988, dopo solo
una stagione da professionista. A soli ventitré anni, in maglia Alfa Lum –
Legnano, il ciclista di Cles (Trento), era già nel gotha dello sport delle due
ruote, capace di arrivare a giocarsi la Milano-Sanremo con Laurent Fignon e poi
anche l’alloro mondiale qualche mese più tardi. Competitivo nelle gare di un
giorno, vinse una Milano-Sanremo nel 1993, una Freccia Vallone, un
Meisterschaft von Zürich (sempre nel 1993) e due volte il Giro del Lazio (1990
e 1994). Veloce anche a cronometro, Fondriest sfiorò una medaglia alle
Olimpiadi di Atlanta del 1996, giungendo ai piedi del podio, battuto da
autentici mostri sacri della specialità come Ekimov, Ullrich e Lance Armstrong.
Maurizio,
cosa ci dici della Penisola Sorrentina?
“È una
terra davvero bellissima! Ci ho corso molte volte e ogni volta sono rimasto
colpito dal paesaggio. La cosa che mi ricordo è che se la fai in macchina non
riesci a godertela come quando ci pedali. Non vedo l’ora di tornarci.”
Il Giro
della Costiera è alla 7° edizione: Il tuo parere sul tracciato?
“La prima
cosa da dire è che la manifestazione è aperta a chi vuole competere così come a
quelli che amano fare cicloturismo. Come detto il paesaggio è incredibile, e
già questo regala un fascino tutto particolare alla corsa. Io dividerei il
tracciato in tre parti. La prima è più turistica, la seconda molto più
agonistica, con la parte conclusiva, la terza, praticamente senza pianura.”
Tu che
conosci il tracciato, puoi indicare un punto particolare ai nostri
appassionati?
“Beh, al
di là del fatto che è tutto bello, a me piace un punto che facevo sempre e che
quest’anno non è incluso nel percorso, che è la salita del Picco Sant’Angelo, a
Sant’Agnello, in cui si vedono i due golfi, quello di Napoli e quello di
Salerno. Una parte molto impegnativa in un paesaggio mozzafiato.”
E per
tutti quelli che in Penisola Sorrentina amano lo sport delle due ruote, qual è
la situazione del ciclismo?
“Beh, le
ultime notizie di Contador non hanno reso molto al nostro sport. Stiamo vivendo
un periodo delicato, ma vorrei che la gente riflettesse bene sulle cose che
vengono fuori. Lo stesso Contador, senza che io mi erga a giudice, va
analizzato attraverso il rendimento che ha avuto prima, durante e dopo il
controllo incriminato. Ripeto, senza voler essere giudice, mi sembra che lui si
sia mantenuto sempre sugli stessi livelli di prestazione. E anche in gruppo non
è di certo trattato male dagli altri corridori.”
Sul
ciclismo italiano invece cosa pensa un campione del mondo ?
“Abbiamo
due squadre con la licenza per il Pro-Tour e quindi tanto male non stiamo. I
giovani stanno crescendo, anche se per il momento non vedo il nuovo Bettini. Ci
affidiamo alla passione e alla voglia di tutti quelli come gli amici della
Penisola Sorrentina, che riversano per le strade tutta la gioia di pedalare in
corse come il 7° Giro della Costiera.”
Salvatore
Siviero
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