Giuseppe Diego Cifelli da Campobasso, l’arbitro designato per dirigere
il big mach del girone A della Prima Divisione tra Taranto e Sorrento viene
descritto come un fischietto molto presuntuoso, poco portato al dialogo e dal cartellino
facile, come testimoniano le statistiche: nelle 11 presenze di questa stagione
ha ammonito 63 giocatori, espellendone 7.
Uno, tanto per intenderci, che somiglia molto al collega Luca Pairetto
da Nichelino che diresse Lumezzane-Sorrento, con un metro tutto suo ed allontanò
dal campo prima Sarri e poi Calzona che avevano osato chiede spiegazioni.
Per avere informazioni su Cifelli basta chiedere a Simonelli che quando
era ancora sulla panchina del Benevento se lo è trovato tra i piedi a Foligno
dove a detta di molti concesse un rigore inesistente ai padroni di casa e ne
negò due evidentissimi agli stregoni.
Cifelli ha fama di essere un arbitro “casalingo”: il 50% delle partite
che ha diretto fin qui sono terminate con la vittoria della squadra di casa.
Saremo felici di essere smentiti, ma a prima vista la sua designazione
sembra inadeguata ad un match dell’importanza di Taranto-Sorrento.
È
nostra opinione che tra le cause che determinarono la sconfitta del Sorrento con
il Lumezzane ebbe molto peso il non essere riusciti ad adeguarsi al metro di
giudizio dell’arbitro. Non sarebbe male che questa volta nel preparare l’incontro
si tenesse in debito conto anche la personalità dell’arbitro designato a
dirigerlo.

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