VAMOS A MATAR IL VERONA

mercoledì 1 giugno 2011 Lascia un commento

Horacio Erpen carica i compagni alla vigilia della gara di ritorno della semifinale playoff

«Vamos», si dice così in Argentina, quando bisogna affrontare una impresa difficile. Il fantasista Horacio Nicolas Erpen si allinea con un pensiero e un auspicio alla vigilia della semifinale 2.

«C’è la possibilità di recuperare due gol, il Verona nell’andata non mi è sembrato più forte di noi». E allora «vamos», perché vincere con due gol di scarto significherebbe agguantare la finale in quanto il Sorrento, grazie al secondo posto della regular season, può farcela anche con il pareggio nel computo delle reti segnate nella doppia sfida.

Ventinove anni, argentino di Conception, predestinato perché anche il papà era calciatore, Erpen si prepara alla sfida con grande fiducia «perché – spiega – in questa stagione siamo stati sempre reattivi quando siamo stati andati sotto nel risultato. Anzi, spesso abbiamo centrato rimonte eccezionali, vincendo partite in cui ci eravamo complicati da soli la vita con qualche errore. Oggi ci troviamo praticamente nella stessa situazione e dobbiamo tirare fuori la stessa mentalità che tante volte ci ha consentito di ribaltare i risultati contro chiunque».

L’ultima grande rimonta dei rossoneri al Campo Italia è stato il 4-3 sull’Alessandria (impegnata nell’altra semifinale playoff del girone A contro la Salernitana) dopo avere chiuso il primo tempo sotto per 3-1. Era il 27 febbraio scorso. Tre mesi dopo, c’è un’altra impresa di questo tipo da affrontare. Le motivazioni, per Erpen e per la squadra, stavolta «saranno persino più forti – perché sottolinea il giocatore argentino – la chance di vincere i playoff capita raramente nella carriera di un calciatore».

Una sorta di «vamos», intanto, ha aperto la settimana che si concluderà con la semifinale 2. I tifosi hanno fatto un capolavoro per ridare serenità ai rossoneri. Martedì, nel giorno della ripresa della preparazione, Gianni Simonelli e i giocatori sono stati accolti con applausi a valanga, cori d’incitamento, trombe, bengala e striscioni. Duecento fedelissimi li applaudivano dalla curva nord, tecnico e giocatori a rimandare i loro applausi di ringraziamento verso la tribuna. «Non so – spiega Erpen - a chi sia venuta questa bella idea, ma i tifosi che hanno organizzato questa piccola festa hanno liberato me e i compagni dalle piccole ansie subentrate dopo la sconfitta di Verona con il 2-0 subito a un minuto dalla fine».

Destro e sinistro ad accarezzare il pallone, Erpen ha fisico di abatino e fa bella figura perché ha talento da vendere da quando iniziò nelle giovanili del Boca Junior, dove ha mosso i primi passi anche il romanista Burdisso. Prima della sfida col Verona, forse, passeranno nella sua mente come un flash back tanti momenti della sua carriera, prima tra Argentina e Uruguay, poi con otto stagioni in Italia. Un anno fa, assieme a Togni e Terra, perse la doppia semifinale playoff contro la Cremonese. Per lui, dodici mesi dopo, c’è anche la voglia di reagire a quella amarezza. Il grande Samuel Eto’o ha detto: «Le finali non si giocano, si vincono». Erpen sorride e concorda «perché – osserva – noi e i tifosi, per tutti 90 minuti di Sorrento-Verona, dovremo ragionare in questo modo. Una partita così importanti va affrontata con la mentalità giusta. Bisogna crederci tutti assieme, la squadra e i tifosi, con tanta voglia di sacrificarci dall’inizio alla fine». Il patto d’acciaio tra squadra e tifosi si può dire già firmato: «Vamos a matar… il Verona».

 A cura della Direzione Comunicazione & Marketing Sorrento Calcio

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