Calcioscommese e camorra: 8 arresti

venerdì 23 settembre 2011 Lascia un commento

(Fonte: Metropolisweb.it) - I soldi della camorra investiti nel sistema delle scommesse clandestine. Un giro d’affari milionario, quello stroncato dai carabinieri del comando gruppo di Torre Annunziata, che questa notte hanno fatto scattare l’operazione Golden Goal 2. È il secondo filone di un’inchiesta nata nel 2008 e sfociata un anno dopo nell’arresto di oltre venti persone, ritenute appartenenti ai clan D’Alessandro e Di Martino, attivi nell’area stabiese. Questa volte sono otto i destinatari un decreto di fermo emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e alla fittizia intestazione di società.

 La centrale del sistema illegale era Castellammare di Stabia (Napoli) dove i boss e i prestanome del clan D’Alessandro avevano trovato nel settore dei giochi una macchina per fare soldi e ripulire il denaro sporco proveniente da altri affari illeciti, come il traffico di droga e le estorsioni. Le ramificazioni partivano da Castellammare e raggiungevano anche l’area dei monti Lattari, dove i D’Alessandro avevano stretto un patto di ferro con i Di Martino, non solo per i rifornimenti della droga. Nell’ambito dell’operazione i militari dell’Arma hanno sottoposto a sequestro due centro scommesse Intralot, a Gragnano e a Pimonte, sequestrando durante le perquisizioni anche decine di migliaia di euro in contanti.

 Nel mirino degli inquirenti anche la gestione della Intralot, società greca che nel 2008 decise di entrare nel mercato italiano, diffondendo oltre quattrocento punti scommesse su tutto il territorio. Nell’ambito dell’operazione Golden Goal 2 sono stati fermati anche l’ex direttore commerciale della Intralot, Antonio De Simone, e il direttore del settore quote e sistemi, Maurizio Lopez, entrambi originari di Castellammare di Stabia. Secondo l’Antimafia erano i referenti del clan D’Alessandro e avevano favorito l’apertura di centri scommesse nell’area stabiese intestati a prestanome della cosca. Uno di questi centri, tuttavia, si trovava anche al Nord: esattamente a Rimini, dove a gestirlo c’era Espedito Amodio, anch’egli fermato questa mattina.

 Associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro sporco e all'intestazione fittizia di società, con l'aggravante di aver agito per favorire un clan camorristico. Sono questi i reati ipotizzati dalla Direzione distrettuale antimafia, che ha emesso un decreto di fermo nei confronti di otto persone, accusate di far parte di una rete criminale sotto il controllo della cosca dei D'Alessandro di Castellammare e dei Di Martino dei monti Lattari. In manette sono finiti l'ex direttore del settore quote della Intralot, Maurizio Lopez, già indagato nell'ambito del primo filone di inchiesta, e l'ex direttore commerciale della società di scommesse, Antonio De Simone. Il primo è stato arrestato a Roma, il secondo a Castellammare.

 Sono accusati di essere i complici di Vincenzo D'Alessandro, attualmente detenuto ed ex reggente del clan di Scanzano. Imprenditore della camorra è ritenuto anche Antonio Oscurato, con precedenti penali alle spalle, preso a Castellammare. E' stato fermato a Rimini, invece, Espedito Amodio, gestore di un centro scommesse Intralot proprio nella località romagnola. Due coniugi, Vincenzo Palumbo e Carolina Scarfato, sono stati arrestati a Gragnano: sono gli intestatari di un centro Intralot nella città della pasta. Infine, gli ultimi due decreti di fermo sono stati eseguiti a Pimonte, dove a finire nei guai sono stati Daniele Santarpia e Michele Cavaciello, titolari di un altro punto scommesse.

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