giovedì 14 febbraio 2013
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Oltre al presidente della squadra
sarda in carcere anche il primo cittadino di Quartu Mauro Contini e l'assessore
Stefano Lilliu
Sono stati arrestati stamane
Massimo Cellino, presidente del Cagliari Calcio, Mauro Contini e Stefano
Lilliu, rispettivamente sindaco e assessore ai lavori pubblici del comune di
Quartu (Cagliari), nell'ambito dell'inchiesta della procura di Cagliari sui lavori
di adeguamento dello stadio di Is Arenas, dove la squadra sta disputando le
partite casalinghe di serie A.
IN CARCERE - Le misure cautelati,
firmate dal gip di Cagliari Giampaolo Casula su richiesta del pm Enrico Lussu
titolare dell'inchiesta sullo stadio di Is Arenas, sono state eseguite questa
mattina all'alba dal nucleo regionale di polizia giudiziaria del Corpo
forestale. I tre arrestati sono già stati portati nel carcere di Buoncammino.
L'INCHIESTA - Gli arresti
eccellenti di oggi seguono quelli, il 29 novembre scorso, di due dirigenti del
comune di Quartu e di un imprenditore incaricato dei lavori. I primi due,
Pierpaolo Gessa, dirigente dei Lavori pubblici, e Andrea Masala, erano finiti
in carcere per falso e tentato peculato, mentre Antonio Grussu, titolare della
società Andreoni, era stato condotto ai domiciliari. Gessa aveva lasciato
Buoncammino per i domiciliari poco dopo l'interrogatorio di garanzia (i cui
verbali sono stati secretati), mentre Masala è stato scarcerato dopo due mesi,
il 5 febbraio scorso. Al centro dell'inchiesta c'è l'utilizzo di fondi del Pia,
piano integrato d'area per la zona di Is Arenas, quartiere periferico di Quartu
che circonda lo stadio.
L'ACCUSA - Secondo l'accusa,
parte dei finanziamenti sarebbero stati impiegati per far realizzare alla
Andreoni alcune strutture dell'impianto sportivo, dal basamento della tribuna
principale alla recinzione con porte antipanico e tornelli. Le spese, invece,
sarebbero dovute essere a carico del Cagliari Calcio. La società si è sempre
dichiarata estranea. Il gip di Cagliari che a novembre ha firmato le prime
ordinanze di custodia cautelare aveva però parlato di «operazione organizzata
sottobanco» e ipotizzato complicità non solo di funzionari e impiegati con
accesso ai documenti dei lavori ma «ancor più verosimilmente» di «coloro che
rivestono le più alte posizioni all'interno dell'amministrazione comunale e
delle società coinvolte». Gli arresti di oggi sembrano confermare questa linea
accusatoria. (fonte: Agi)
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