Il Latina passa a Sorrento

domenica 3 febbraio 2013 Lascia un commento

SORRENTO - LATINA 1-2


SORRENTO (4-2-3-1): Rossi; Balzano (90’ A. Esposito), Ciampi, Di Nunzio, Bonomi; Salvi, Guitto; R. Esposito (54’ Kostadinovic), Bernardo, Tortolano; Musetti (70’ Corsetti). A disposizione: Polizzi, Nocentini, Fusar Bassini, Ferrara. Allenatore: Papagni.
LATINA (4-3-3): Bindi; Milani (71’ Giallombardo), Cottafava, De Giosa, Bruscagin; Burrai (63’ Jefferson), Cejas, Sacilotto; Barraco, Agodirin, Schetter (51’ Danilevicius). A disposizione: Ioime, Cafiero, Agius, Angelilli. Allenatore: Pecchia.
Arbitro: Ghersini di Genova. Assistenti: Di Salvo e Favia.
Reti: 39' Tortolano (S), 73’ Barraco (L), 82’ Agodirin (L).
Ammoniti: Di Nunzio (S), Balzano (S), Sacilotto (L), Milani (L), Giallombardo (L), Ciampi (S).

Cambiano gli interpreti ma il risultato è sempre lo stesso. Il Sorrento di Papagni non è migliore di quello di Bucaro e il Latina ne approfitta per portarsi a casa i tre punti senza nemmeno ringraziare. Privo di Arcuri e Beati e con Nocentini e Corsetti in panchina, l’allenatore di Bisceglie ridisegna il Sorrento adottando uno spregiudicato 4-2-3-1 che vede contemporaneamente in campo Guitto, Tortolano, Roberto Esposito, Bernardo e Musetti. Una formazione che se da un lato, consente di avere in campo giocatori dotati di un maggior tasso tecnico, dall’altro indebolisce le capacità di filtraggio della squadra. I nerazzurri partono forte e potrebbero passare in vantaggio già al 5’ quando Agodirin sbuca alle spalle di Balzano e batte Rossi, ma l’arbitro ravvisa una posizione di fuorigioco è annulla la rete. La stessa cosa accade al 14’. Sugli sviluppi di un angolo il pallone arriva a Barraco che effettua un cross dalla trequarti. Agodirin mette in rete di testa, ma anche questa volta  è in fuorigioco e si resta sullo zero a zero. Nella prima mezzora il pallone è quasi sempre nella metà campo rossonera, tra i piedi degli uomini di Pecchia. Poi finalmente i rossoneri riescono a rompere l’assedio e farsi vivi dalle parti di Bindi con Roberto Esposito, che sugli sviluppi di un calcio d’angolo fallisce un rigore in movimento  mandando oltre la traversa un pallone appoggiatogli di testa da Bernardo. Sul capovolgimento di fronte il Latina va nuovamente vicino al gol con Barraco che non riesce a deviare in rete un traversone di Schetter dalla sinistra. Subito dopo Sacilotto sfiora il palo con un colpo di testa.
Quando manco te l’aspetti arriva il vantaggio rossonero. Azione confusa sulla trequarti, Guitto appoggia lateralmente a Tortolano che vistosi pressato decide di battere a rete indovinando un tiro che beffa Bindi. La reazione del Latina è immediata. Cross di Bruscagin dalla sinistra, testa di Barraco e palla di poco a lato. Il primo tempo finisce così con il Sorrento in vantaggio.
Pecchia non ci sta a perdere una partita largamente dominata per cui decide di mettere in campo due attaccanti come Danilevicius e Jefferson al posto di Burrai e Schetter, intensificando la pressione sulla retroguardia rossonera. Papagni invece toglie Roberto Esposito e manda in campo Kostadinovic passando in pratica ad una difesa a cinque. I rossoneri almeno inizialmente riescono  a tenere e potrebbero addirittura raddoppiare se a Bernardo non fosse fischiata una posizione di fuorigioco inesistente. Da questo momento in poi il Sorrento non riuscirà più a rendersi pericoloso. Si gioca ad una sola porta, quella di Rossi e le occasioni fioccano a ripetizione. Dai e dai, il castello crolla. 74’, invenzione di Cejas che mette Barraco solo davanti a Rossi, tiro in diagonale  ed è uno a uno. 82’ Punizione di Baracco dai 30 metri Rossi blocca a terra.
Un minuto dopo rimessa laterale di Giallombardo, spizzata di testa di Barraco, tentativo di liberare l’area di Ciampi che colpisce Di Nunzio servendo un assist involontario ad Agodirin che batte Rossi da due passi. Latina due, Sorrento uno. La partita finisce lì.
Domenica si va a Prato, con l’imperativo di conquistare punti. In mezzo una settimana per cercare di mettere a posto i cocci, cercando innanzitutto di recuperare gli assenti di oggi.     

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