Ieri pomeriggio nel corso dell’incontro
tra la Ternana e il Sorrento, abbiamo assistito ad una scena che mai avevamo
creduto di poter vedere su un campo di calcio.
Dopo pochi minuti di gioco l’arbitro
Peretti di Verona ha fischiato un fallo contro il Sorrento commesso da Simone
Bonomi nei pressi della linea laterale a pochi metri di distanza dalla panchina
dei rossoneri. Mentre l’esterno destro di centrocampo dei padroni di casa,
Alessandro Bernardi si apprestava all’esecuzione del cross e Simone Basso gli
si poneva di fronte per ostacolarne la battuta, gli altri nove giocatori di
movimento del Sorrento si sono disposti a cavallo della linea dell’area di
rigore perfettamente allineati tra di loro come se si trattasse di una squadra di
subbuteo.
Per chi come noi ha praticato
questa disciplina verso la fine degli anni ’70, l’accostamento è stato
immediato e non privo di sorprese. L’inviato di un giornale umbro che mi sedeva
di fianco e che poteva avere la mia stessa età ha pensato pure lui la stessa
cosa.

Chi mai poteva immaginare che il
calcio in carne ed ossa potesse adottare uno schema di gioco molto simile a
quelli in uso nel gioco da tavolo inventato dall’ornitologo inglese Peter Adolph
circa 50 anni fa e che da alcuni anni a questa parte è diventata una disciplina
sportiva con tanto di campionati europei e mondiali.
Nella foto due foto di questo articolo è evidente la somiglianza tra la disposizione dei rossoneri su un calcio piazzato dalla fascia laterale e quella della disposizione attuata da due giocatori di Subbuteo in un torneo nazionale di poche settimane fa.
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