lunedì 21 novembre 2011

Il Sorrento e gli schemi del Subbuteo


Ieri pomeriggio nel corso dell’incontro tra la Ternana e il Sorrento, abbiamo assistito ad una scena che mai avevamo creduto di poter vedere su un campo di calcio.
Dopo pochi minuti di gioco l’arbitro Peretti di Verona ha fischiato un fallo contro il Sorrento commesso da Simone Bonomi nei pressi della linea laterale a pochi metri di distanza dalla panchina dei rossoneri. Mentre l’esterno destro di centrocampo dei padroni di casa, Alessandro Bernardi si apprestava all’esecuzione del cross e Simone Basso gli si poneva di fronte per ostacolarne la battuta, gli altri nove giocatori di movimento del Sorrento si sono disposti a cavallo della linea dell’area di rigore perfettamente allineati tra di loro come se si trattasse di una squadra di subbuteo.
Per chi come noi ha praticato questa disciplina verso la fine degli anni ’70, l’accostamento è stato immediato e non privo di sorprese. L’inviato di un giornale umbro che mi sedeva di fianco e che poteva avere la mia stessa età ha pensato pure lui la stessa cosa.
Chi mai poteva immaginare che il calcio in carne ed ossa potesse adottare uno schema di gioco molto simile a quelli in uso nel gioco da tavolo inventato dall’ornitologo inglese Peter Adolph circa 50 anni fa e che da alcuni anni a questa parte è diventata una disciplina sportiva con tanto di campionati europei e mondiali.

Nella foto due foto di questo articolo è evidente la somiglianza tra la disposizione dei rossoneri su un calcio piazzato dalla fascia laterale e quella della disposizione attuata da due giocatori di Subbuteo in un torneo nazionale di poche settimane fa.

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