Il re del gol, Ciro Ginestra
Per il secondo anno consecutivo il Sorrento conquista i play-off , “E scusate se è poco...” sono pronti ad affermare i tifosi. Il sogno si ripete, in città già si respira l’entusiasmo delle grandi occasioni e noi abbiamo voluto condividere questo momento con uno dei pilastri della squadra, colui che grazie a tanta determinazione e voglia di vincere ha permesso di centrare l’obiettivo: il bomber Ciro Ginestra. A 33 anni, l’attaccante rossonero ha disputato una delle sue migliori stagioni e con ben 21 reti ricopre la carica di capocannoniere del girone. Una grande soddisfazione per lui, che arrivato a Sorrento con un compito piuttosto arduo, quello di vestire la maglia appartenuta a Paulinho, ha saputo immediatamente smentire i più scettici.
Paura no, sapevamo delle nostre qualità, ha avuto più paura la gente ed è normale che il tifoso, dopo aver perso sette punti di vantaggio e dopo aver vinto lo scontro diretto, sia stato preoccupato. Conoscevamo il nostro valore e sapevamo di doverci giocare i playoff nelle ultime partite interne con Foggia e Pro Vercelli. Ora abbiamo raggiunto il primo obiettivo e c’è n’è un altro che è meglio non dire se no ci viene il mal di testa…
Purtroppo la tua carriera è stata segnata da qualche infortunio di troppo…Ho avuto un grave infortunio a ventidue anni a Padova dopo ventitré gol, quando mi sono rotto il crociato, poi l’anno dopo al primo allenamento con il Venezia me lo sono rotto nuovamente, poi sei mesi dopo con una corsetta, ancora crociato rotto. Da quel momento in tutte le squadre che mi hanno preso dicevano “quello è rotto”, quindi ho dovuto sempre dimostrare tanto, ma ora, toccando ferro, sono sette anni che gioco con continuità e per fortuna riesco a fare tante partite.
Il fatto di aver già giocato lo scorso anno i playoff può servire al Sorrento?Ogni anno è una storia a sé, sicuramente l’esperienza conta, l’anno scorso il Sorrento era stra-favorito perché ha lottato fino all’ultimo con il Gubbio, quest’anno non siamo favoriti e abbiamo meno possibilità dello scorso anno ma possiamo farcela perché non abbiamo la stessa pressione della seconda classificata.
Qual è stato il gol più importante per te quest’anno?Senza citare quello con la Pro Vercelli penso che quello fondamentale sia stato quello di Avellino, dopo un periodo negativo, perché ci ha dato la scossa per capire che eravamo una buona squadra.
Penso che sia stato il più importante della stagione, perché se non avessimo vinto lì saremmo stati a -4 dal Benevento, queste cose le abbiamo pensate anche noi, ci sono tanti episodi nel campionato, la partita pareggiata a Viareggio in cui potevi vincere, con il Foligno abbiamo perso al 94°, alla fine gli episodi si equivalgono. Senza i due punti di penalizzazione e con la vittoria a Foligno saremmo stati primi, dopo aver fatto un campionato comunque non bellissimo. Quello che conta alla fine è arrivare all’obiettivo che ci si prefigge e vincere.
Un voto alla tua stagione con il Sorrento.I voti sono abituati a darli altri, ma non sono ipocrita e mi giudico con un voto alto perché ho fatto ventuno gol e alla fine i gol sono l’unica cosa che conta. Dico otto, poi se dovesse arrivare la ciliegina sulla torta dico dieci ma a tutta la squadra.
Hai realizzato tutto ciò che ti eri prefissato di fare nel mondo del calcio nel corso della tua carriera?Ho giocato in serie A, in serie B ed in C, l’unica cosa che mi manca è stato un gol in A ma l’unica volta che avrei potuto segnare mi sono trovato davanti Buffon, ho giocato nell'under 21, non ho avuto la fortuna di giocare in nazionale maggiore perché evidentemente non avevo le qualità, sì, sono stato sfortunato a causa degli infortuni ma ognuno alla fine fa la carriera che si merita. Io penso di aver fatto una carriera modesta, normale, ogni volta che sono andato in campo ho sudato la maglia e mi sono divertito. Ci sono stati dei posti dove ho fatto male, a 32 anni so quando faccio bene e quando faccio ridere, ma la mia carriera alla fine è stata soddisfacente, ho fatto sempre il massimo di quello che potevo. Dispiace solo per gli infortuni che mi hanno fermato nel periodo migliore.
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