Tenacia, lavoro e umiltà. Sono le credenziali con cui Rocco Benci si sta mettendo in evidenza in questa nuova esperienza a Sorrento. Un inizio altalenante e poi l'esplosione definitiva. Vincendo dubbi e diffidenze. Superato un piccolo infortunio, il centrale difensivo rossonero è già da qualche settimana a pieno regime e a disposizione di mister Simonelli. "Ho ricevuto qualche critica ma me la sono sempre lasciata scivolare addosso - premette -. Io so quello che posso dare e non sono mai stato un presuntuoso come qualcuno poteva pensare. Ho sempre accettato i consigli di tutti, perché il mio obiettivo è migliorare sempre".
Come è stato l'impatto con Simonelli?
"Buono. Lui la prima settimana non ha stravolto molto. È un allenatore molto preparato dal punto di vista tecnico e ci ha dato le giuste motivazioni. Ha parlato con tutti proprio per conoscerci e confrontarci. Sta apportando certe modifiche gradualmente".
Col Messina lei è stato impiegato da terzino destro pur essendo un centrale. Soddisfatto della sua prestazione?
" È un ruolo che posso interpretare. Anche a Melfi ho giocato spesso come esterno a destra tra i cinque di difesa. Non ho problemi a giocare da terzino".
A Melfi torna da ex: sensazioni?
"Bellissime. Ho bei ricordi di quell'annata. I tifosi mi hanno voluto bene e col patron Maglione avevo un rapporto stupendo. È una persona meravigliosa. Non sarà una partita come le altre e tornerò al "Valerio" con piacere. Potevo restare, così come Improta. Poi la società ha optato per un difensore con maggiore esperienza, Cardinale, affiancandogli, in virtù dell'età media, un '92".
Qualche errore iniziale l'ha penalizzata, poi si è ripreso alla grande.
"Con Lamezia e Poggibonsi ho provocato due rigori per due rimbalzi del pallone sbagliati. Nella circostanza che ha portato il Lamezia sul 3-1 ho fatto un fallo dopo averne subìto un altro che l'arbitro non ha visto. Io in campo do tutto, sicuramente qualche errore non è dipeso né da leggerezza né da presunzione. Sono sicuro di me ma non al punto da essere superficiale. Magari ci metto sempre troppa foga".
E la sconfitta col Messina come se la spiega?
"Noi abbiamo tenuto sempre il pallino del gioco, non abbiamo demeritato anche se in altre circostanze abbiamo giocato meglio. Avevo anche segnato ma l'arbitro ha fischiato poco prima che la palla entrasse in porta, per un fallo di mani precedente. Lo stesso arbitro ha ammesso l'errore e la precipitazione nel fischio. Noi ce la mettiamo tutta, non saprei individuare i motivi per cui i risultati non arrivano. In campo diamo l'anima per noi stessi, la società e i tifosi. È interesse di tutti salvare la Lega Pro, professionalmente ne usciremmo tutti danneggiati da una retrocessione. Poi è vero che col Messina la nostra generosità, e la voglia di riprendere subito il risultato, ci ha un po' esposti ai loro contropiedi. Ma era solo il desiderio di fare di più. Noi non meritiamo questa classifica, anche vedendo il modo con cui abbiamo perso certe gare. Quando le squadre vengono a Sorrento pensano prima di tutto a chiudersi per poi ripartire. A volte sento parlare di rinforzi, ma noi abbiamo già al nostro interno le qualità per riprenderci e dare una svolta al campionato. Con Simonelli stiamo lavorando proprio per trovare i giusti equilibri".
Le malelingue sostenevano che con Chiappino il rapporto si fosse deteriorato. Cosa c'è di vero?
"Nulla. È vero che durante un allenamento ci fu un'incomprensione, ma niente di grave. Cose di ordinaria amministrazione che succedono in qualsiasi spogliatoio. Con lui ho chiarito quasi subito. E, anzi, ci tengo a precisare che successivamente non ho giocato per un problema muscolare alla coscia, per il quale mi sono sottoposto anche ad accertamenti. Chiappino ha sempre avuto fiducia in me ed io devo solo ringraziarlo. Lui mi ha gestito sempre bene ed il rapporto che avevo instaurato col mister era ottimo".
Tutti ricordano l'abbraccio dei compagni dopo il secondo gol di Maiorino al Poggibonsi. Quanto è stato importante l'affetto dei compagni per la sua crescita?
"Tantissimo. Il nostro è un gran bel gruppo. Siamo tutti uniti e non ci sono gruppi o gruppettini. E questo è fondamentale".
Sogni per il futuro?
"Innanzitutto salvarmi col Sorrento. E poi restare. Il Catania detiene la mia comproprietà ma qui mi trovo benissimo. Sarebbe fantastico vestire ancora questa maglia in Lega Pro. Poi, dovessi tornare al Catania, sarò contento ugualmente".
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