martedì 10 giugno 2014
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Il 10 giugno è una data importante per il calcio italiano. 80 anni fa nel 1934 gli azzurri di Vittorio Pozzo, a roma nello Stadio del Partito Nazionale Fascista conquistavano il primo dei quattro titoli mondiali fin qui vinti dall'Italia battendola Cecoslovacchia per 2-1.
L’Italia era arrivata in finale dopo aver battuto gli Stati Uniti a Roma negli ottavi, con un perentorio 7-1, la Spagna a Firenze nei quarti e l’Austria a Milano in semifinale, entrambe per 1-0 (con la Spagna era stato necessario giocare due volte visto l’ 1-1 della prima gara e visto che i tempi supplementari sono previsti solo per la finale). La Cecoslovacchia, invece, aveva regolato nell’ordine Romania, Svizzera e Germania.
L’asse portante della formazione italiana era composto dal “blocco” della Juventus: il portiere e capitano Combi, i mediani Monti e Bertolini, la mezzala Ferrari, l’attaccante argentino naturalizzato italiano Orsi, e il centravanti capocannoniere degli ultimi due campionati Borel II. Ma c’erano anche l’interista Meazza, l’altro argentino naturalizzato Guaita, e il bolognese Schiavio. In panchina, il leggendario Vittorio Pozzo, commissario tecnico per una vita (lo resterà fino al 1948) a cui è legata gran parte della storia della Nazionale italiana ante-guerra. L’arbitro fu lo svedese Eklind, che aveva diretto anche la semifinale con l’Austria.
Il primo tempo scorse via senza particolari sussulti se non un paio di tentativi della squadra azzurra con Guaita e Meazza mentre Combi fu chiamato ad un difficile intervento su tiro di un indemoniato Nejedly. Nella ripresa il gioco si fece duro e il temibile Puc ne fece le spese dopo un intervento falloso di Ferraris. Costretto ad uscire, rientrava dopo qualche minuto ed era proprio lui, a un quarto d’ora dalla fine, a sbloccare la gara: fuga velocissima nella metà campo italiana e tiro violento quasi dalla linea di fondo, imparabile per Combi. 1-0, per i cechi e palla al centro.
Quando Eklind fischiò l’inizio dei supplementari tutti sapevano che quella era la mezz’ora decisiva. Gloria o morte (sportiva, s’intende). I ventidue in campo ripresero a correre sul rettangolo verde come leoni pronti a sbranarsi. Dopo cinque minuti, un tiro potente di Schiavio dal limite dell’area si insaccò nella rete avversaria. 2-1 per l’Italia e tifosi azzurri in delirio.
Nei restanti 25 minuti, i cechi, con passaggi fitti e precisi, tennero quasi sempre loro il pallone senza tuttavia creare pericoli seri dalle parti di Combi. Alla fine il triplice fischio di Eklind suggellava una giornata storica, assegnando il titolo di campione del mondo all’Italia.
Questa la formazione vincitrice: Gianpiero Combi (c); Eraldo Monzeglio, Luigi Allemandi; Attilio Ferraris, Luis Monti, Luigi Bertolini; Enrique Guaita, Giuseppe Meazza, Giovanni Ferrari, Angelo Schiavio, Raimundo Orsi. Commissario Tecnico: Vittorio Pozzo.
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