venerdì 20 maggio 2011
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A partire da martedì 24 fino a domenica 29 le barche invaderanno il Golfo di Napoli. Quest'anno programma ampliato con la Volcano Race.
Fervono i preparativi nel backstage dello Yacht Club Capri per l'organizzazione della Rolex Capri Sailing Week. La regata, giunta alla settima edizione, che quest'anno si incrocerà con la Rolex Volcano Race 2011, raddoppiando lo spettacolo nelle acque intorno all'isola, porta in trasferta il nome di Capri grazie al gemellaggio che il Presidente dello Yacht Club Capri Massimo Massaccesi ha suggellato con lo Yacht Club di Gaeta, che già da quest'edizione si profila come un binomio forte e vincente.
Infatti lunedì a Gaeta al briefing e al welcome party della Rolex Volcano Race interverrà anche Massimo Massaccesi, così come alla partenza dei Maxi e Mini Maxi che prenderanno il via dalle acque di Gaeta per toccare le Isole Eolie di Vulcano e Filicudi per raggiungere poi Capri nella giornata finale dopo aver percorso le 400 miglia di distanza. I vincitori e tutti i team arriveranno a Capri sull'isola in tempo per partecipare al Rolex Party alla Canzone del Mare e alle premiazioni, che quest'anno vedranno, accanto al Presidente Massaccesi, il nuovo Ceo Rolex, Gian Riccardo Marini. Si profila quindi per l'isola azzurra una settimana in cui si fonderanno sport, mondanità, gare e panorami mozzafiato, con la skyline dell'isola vista dal mare.
È stata infatti inserita nel percorso, riservato alle classi che partecipano alla regata caprese, anche una breve “costiera” con il tradizionale giro dei Faraglioni. Prestigioso il nome della Presidente del Comitato di Regata, Maria Torrijo, che nel suo palmares vanta la partecipazione, in veste di giudice alla Coppa America. Ed ancora una volta alla sua esperienza è stato affidato il compito di tracciare i campi di regata, tecnicamente impeccabili, per garantire ai i partecipanti il più alto grado di competizione e spettacolo. E mentre a Gaeta, martedì 24 maggio alle 12 prenderà il via la Rolex Volcano Race, sull'isola azzurra nella Hall del Capri Palace alle ore 19.00 avrà luogo il briefing con tecnici, regatanti, armatori ed equipaggi.
A dare il benvenuto agli ospiti e fare gli onori di casa al welcome cocktail il vicepresidente dello Yacht Club Tonino Cacace, patron dell'hotel. E mentre nelle acque tra le Eolie e Capri a contendersi la vittoria della Rolex Volcano Race saranno gli equipaggi dei Maxi e Mini Maxi, e tra questi lo Skagerrak la storica barca di Raffaele Ranucci, nei campi di regata dell'isola azzurra si batteranno fino all'ultimo colpo di vento e di bolina i Comet 41 e 45, i Mylius 14E55, gli Swan 45, gli X50, gli NM38s e gli T34. E tra questi nomi famosi e storici per la vela italiana come l'imbarcazione Libertine, Campione del mondo ORC e vincitore della Giraglia e della Palermo-Montecarlo, e sul Mylius Frà Diavolo, Vincenzo Addessi, reduce dalla vittoria del Trofeo Punta Stendardo ed un altro nome storico, come quello di Leonardo Ferragamo sullo Swan45 Blue, e Scugnizza, dell'armatore napoletano Di Blasio, che ha appena vinto la 57ma regata della Tre Golfi. E anche quest'anno alla Rolex Capri Sailing Week non potevano mancare i colori del circolo isolano.
Lo Yacht Club di Capri di Capri parteciperà alla regata con una propria imbarcazione, il Comet 41S “Athanor - Egeria”, già campione nel 2009 a Capri, che vedrà al timone Marco Franco e a guidare l'equipaggio il direttore del circolo isolano Conny Vuotto. Un test importante in vista di un altro importante appuntamento che vede lo Yacht Club Capri, ed il suo equipaggio partecipare a settembre a Newport (USA) alla Invitational Cup organizzata dal New York Yacht Club.
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Emergenza Doping
Amatori traditi dal ciclismo drogato
«Andate a vedere tra gli amatori quello che succede...». Questo è stato il monito diffuso che ci ha spinti a ripartire con la nostra inchiesta “Emergenza doping”. E al termine di questa quinta tappa siamo arrivati al ciclismo amatoriale. Ad attenderci al velenoso traguardo, c’è quello che per sua esplicita richiesta chiameremo Marco. Omettiamo le sue generalità, in quanto si tratta di uno degli informatori chiave dei Nas di Firenze che lo indagarono tra i tanti ciclisti coinvolti nella famigerata inchiesta “Oil for drug”. La maggiore indagine effettuata sul doping nello sport fino ad oggi, avviata nel 2004 in seguito al decesso di un cicloamatore a Roma. Una delle tante morti sospette tra gli sportivi, su cui gravano le presunte responsabilità di un mondo, da cui Marco ha scelto di dissociarsi e di denunciare con coraggio. «Ma rischiando poi sulla mia pelle... Se non voglio che venga pubblicato il mio vero nome è perché ho subìto minacce di morte insieme a un agente dei Nas che ha condotto l’inchiesta “Oil for drug”».
Minacce di stampo malavitoso a quanto pare. Possibile che tutto questo accada nel pacifico e romantico mondo del ciclismo, per giunta amatoriale?
Sono arrivato al ciclismo a 28 anni, tardi. Prima facevo altri sport, perciò ignoravo un certo tipo di personaggi. Quando sono passato al ciclismo su strada ho fatto la conoscenza di un mondo assurdo, un’umanità impazzita che farebbe di tutto per vincere la gara della domenica.
Il maratoneta Roberto Barbi ha detto che nella sua disciplina l’80% degli amatori sono dopati, anche nel ciclismo siamo su quelle cifre?
Tra gli amatori qui si sale fino al 99,9%... L’ultimo arrivato si può stare certi che almeno un’anfetamina l’ha mandata giù. Il primo classificato si è fatto sicuramente di Epo. Ho conosciuto cicloamatori che prenderebbero anche il salnitro grattato dal muro... Gente che comincia a dicembre con Epo e Gh e poi passa all’efedrina in endovena, per concludere in “bellezza”, magari con lo “Stargate” che è roba che usano i veterinari per darlo ai cani malati.
E lei non ha mai preso tutta questa roba?
Io ho abusato di farmaci dal 2002 al 2003. Per cercare di stare al passo con il gruppo ho cominciato a prendere l’Epo, ma in dosi controllate, senza esagerare, per questo non conosco gli effetti collaterali pesanti che invece so che ha provato chi si è spinto oltre.
Effetti collaterali post-gara o malattie e morti causate dal doping?
Non sono un medico, però ho visto corridori con dei bubboni giganti dietro la schiena perché avevano preso tanto di quel nandrolone da fare schifo. Poi ci sono quelli che per colpa delle sostanze dopanti so che hanno avuto ictus, problemi cardiaci o gli hanno dovuto asportare un rene. Il massimo? Ciclisti che dopo una caduta non hanno potuto operarli perché avevano l’ematocrito a 60...
Un’ecatombe, ma come si arriva a rifornirsi delle sostanze?
Esiste un mercato nero, specie su Internet, in cui ti procuri qualsiasi cosa tu voglia assumere. Poi è un passaparola, nell’ambiente sanno tutti chi è il medico o il preparatore che può darti l’ “aiutone” maggiore. C’è anche una discreta massa di infermieri che razziano i magazzini degli ospedali o fanno finta che certe fiale nell’armadietto del reparto si sono rotte e invece le hanno già trafugate e vendute ai ciclisti.
Sempre Barbi ci ha detto che doparsi ha un costo molto alto, conferma?
Io so di gente che aveva ditte e negozi e che li ha chiusi perché si era indebitata per rifornirsi di doping. Alla fine diventi dipendente e compri le sostanze come i tossicodipendenti acquistano l’eroina o la cocaina. Non ti basta mai e intanto i soldi finiscono.
Ma perché si arriva a tanto?
L’indole umana è fragile e ti porta a cadere in questo grande inganno. Ti convinci che “così fan tutti” e che solo aiutandoti con i farmaci puoi essere vincente. Altrimenti arrivi ultimo e fai la figura del fesso. Oggi so che è molto meglio un ultimo posto da pulito vero.
Quanto si va più veloci in bicicletta con il doping in corpo?
Diciamo che la prestazione può essere migliorata del 10-15%. Però ora che corro senza prendere niente, posso assicurare che mi piazzo comunque tra i primi venti. Basta cambiare sistema di allenamento e curare l’alimentazione per essere competitivi lo stesso. Certo, se poi l’obiettivo è la vittoria, allora bisogna per forza ricorrere alla scorciatoia del doping.
Sta dicendo che vince sempre e solo chi si dopa nel ciclismo?
In una classica di Gran Fondo basta andare a scorrere la classifica d’arrivo per vedere che si trovano sempre i soliti nomi tra i primi dieci. Si tratta di ex professionisti o gente che è già stata squalificata perché trovata positiva, ma che continua a correre per 1.200 euro al mese, che non saranno molti, ma è comunque lo stipendio di un operaio che non ha tempo e possibilità di andare in bicicletta.
Tutto questo succede anche nel ciclismo giovanile?
Domenica scorsa ho assistito a una gara di Juniores in cui ho visto dei ragazzi russi fare dei numeri a velocità pazzesche per la loro età. Sono scene ricorrenti, ma nessuno li controlla.
Ma se le squalifiche per doping nel ciclismo sono all’ordine del giorno...
Sì ma beccano sempre i soliti, i più deboli, per cercare di tenere fuori dai guai i “pesci grossi”. Ma è lo stesso che fanno nel calcio dove ogni tanto vanno a pescare il giocatore di secondo piano per far vedere che sono attenti e che l’antidoping funziona a meraviglia.
Pensa il contrario?
Io so solo che il Coni, a quelle 5-6 persone che ho denunciato ai Nas e che hanno avuto un processo penale, non ha fatto assolutamente nulla. Alcuni di loro addirittura sono stati indagati e trovati colpevoli in successive inchieste importanti sui professionisti.
Il ciclismo è davvero lo sport più compromesso?
Quello che circola nel ciclismo è solo la metà delle sostanze che vengono utilizzate nelle palestre, quindi sarebbe il caso di andare in profondità in tutte le discipline e possibilmente farlo prima che capitino delle tragedie come quella che ha originato l’inchiesta da cui è partita anche la mia vicenda personale.
Pentito di essersi esposto così tanto?
Assolutamente no. L’ho fatto soprattutto per i giovani che si avvicinano al ciclismo. Li invito di cuore a non cadere in tentazione e a cercare di essere più forti dell’attrattiva del doping che illude di risolvere la vita e invece non fa altro che creare problemi, a volte irrisolvibili.
Fonte: Massimiliano Castellani www.avvenire.it
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Boom di partecipanti al Memorial Battistini
Nuovo boom di adesioni allo slalom Città di Campobasso, Memorial Gianluca Battistini che nel prossimo weekend spegnerà la candelina numero diciannove. Dopo i numeri importanti dello scorso anno, anche nel 2011 la manifestazione targata Aci Campobasso-Molise Racing e Tecno Motor Racing Team ha fatto il bis portando in Molise driver provenienti da ogni parte della penisola. Tanti i driver presenti alla kermesse tricolore che sabato e domenica accenderà l’entusiasmo degli appassionati e degli addetti ai lavori, pronti ad accorrere numerosi lungo la Gildonese. Oltre ai molisani che saranno presenti nella gara di casa, su tutti i campioni italiani della specialità Fabio Emanuele e Martina Iacampo, spiccano i nomi di Vinaccia, Frioni, Castellano (pronti a combattere per la vittoria) oltre che del campione italiano in carica Polini, presente a Campobasso sulla fida A112 e pronto a lottare per mettere in cassaforte punti pesanti in chiave futura. A parte i nomi succitati, nutrite saranno anche le altre classi con piloti di buona caratura che renderanno la manifestazione campobassana di grande spessore. Se da un lato le adesioni sono state numerose, è stato importante e molto prezioso il lavoro svolto dai ragazzi di contrada Mascione che hanno allestito in maniera impeccabile il percorso di gara curandone ogni minimo dettaglio. Del resto se per un altro anno il Memorial Gianluca Battistini è stato inserito nel calendario del campionato italiano slalom e il tracciato è considerato uno dei più belli della penisola, un motivo ci sarà.
La grande due giorni dedicata ai motori comincerà nella giornata di sabato con le verifiche tecniche e sportive che ci saranno presso la concessionaria Vitale Motor sabato pomeriggio. Domenica, poi, si farà sul serio con la gara che prenderà il via alle 12,30 dopo la manche di ricognizione.
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Hellas Verona - Sorrento prevendita al Bar La Scala
Dalla giornata di mercoledì, sono disponibili presso i punti vendita del circuito Ticket One, i biglietti per la gara d'andata della semifinale dei playoff promozione, del Girone A della Prima Divisione in programma domenica 29 maggio allo stadio Marcantonio Bentegodi (ore 16).
Da sabato 21 maggio per i tifosi rossoneri, la prevendita sarà attivata anche presso il Bar La Scala di Piano di Sorrento, sino a sabato 28 maggio alle ore 19.00.
Si ricorda che per l'acquisto del tagliando della gara che ha un costo di 13 euro (12 €+1€ diritto di prevendita), valevole per il settore ospiti del "Bentegodi" è necessaria la Tessera del Tifoso.
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Piano in festa per Hamsik e Maggio
Entusiasmo alle stelle, ieri pomeriggio, a Piano di Sorrento, per l'arrivo di Marek Hamsik e Chistian Maggio. I due calciatori azzurri sono intervenuti presso la sede del negozio Dooa Store al Corso Italia per promuovere la nuova linea di abbigliamento di uno degli sponsor istituzionali del Napoli. Accolti dal titolare Vanni Carretta, i due azzurri hanno posato per foto ricordo con i tanti tifosi in festa. I due azzurri hanno firmato tanti autografi e posato per le foto ricordo dei circa 300 tifosi accorsi per applaudire i due calciatori azzurri. Ultimo atto della loro escursione in costiera, il taglio di una torta con la Champions League, il Vesuvio e il logo del Napoli.
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Qui Verona “Meglio giocare a Sorrento”
Continua la disinformazione dei siti vicini all’Hellas Verona che da giorni stanno portando avanti una campagna di stampa diffamatoria contro il campo Italia. Ecco l’ultimo articolo della serie pubblicato dal sito tggialloblu.it. Non sapendo più cosa scrivere, adesso sostengono che è meglio giocare sul terreno irregolare del campo Italia piuttosto che rischiare di giocare al San Paolo di Napoli o al Vestuti di Salerno. In attesa di leggere un articolo in cui chiederanno di giocare entrambe le partite al Bentegodi con un arbitro scelto da loro, gustatevi questo:
Meglio giocare a Sorrento. È il motivo che ha spinto il Verona a non presentare ricorsi per giocare in campo neutro la gara di ritorno delle semifinali dei playoff. L'incartamento raccolto dai professionisti messi al lavoro dalla società gialloblù sarebbe con tutta probabilità bastato per uno spostamento di sede della partita, muri troppo vicino al campo di gioco, rimbalzo della palla irregolare sul sintetico a parte, la Lega avrebbe avuto tutto l'interesse di avere un incasso migliore facendo giocare il match in uno stadio più grande. Ma alla fine il Verona ha preferito non procedere per una serie di motivi, di convenienza e di "politica" sportiva. Primo tra tutti, il fatto che se non si fosse giocato all'"Italia", campo su cui il Sorrento gioca solo grazie ad una speciale deroga, si sarebbe giocato o a Napoli o a Salerno, in stadi tradizionalmente "avversi" dove il pubblico contro sarebbe stato molto di più dei tremila e spiccioli che può contenere il piccolo impianto campano. E l'ambiente sarebbe stato ancora più caldo.
C'è poi il fattore Mandorlini, che ha avuto peso in casa dell'Hellas. Il tecnico gialloblù, persa 2-0 la partita di ritorno dello scorso aprile, ha sempre fatto capire di voler tornare a Sorrento a prendersi una rivincita. Una convinzione che l'allenatore si è dimostrato in grado di trasmettere alla squadra.
Verona che in maniera indiretta ma con adeguata scelta di tempo ha fatto invece arrivare in Lega il messaggio di essere l'unica società in regola a disputarsi nel girone A il secondo posto per la serie B. Anche nei suoi momenti personali più difficili, e ne ha avuti, il presidente Martinelli non ha mai sgarrato di un giorno nel pagare gli stipendi, i contributi, l'Irpef, rispettare quelle regole federali che altri non hanno rispettato. Il Sorrento da un anno gioca su un campo irregolare, che ha portato ai campani un grande vantaggio nelle partite in casa (13 vittorie su 17 partite e solo 2 sconfitte l'ultima a classifica definita domenica scorsa contro la Cremonese). Alessandria e Salernitana sono due società in coma, ad un passo dal fallimento, tenute in vita solo in prospettiva degli eventuali diritti che arriverebbero dalla promozione. Entrambe le società sono arrivate alla fine del campionato senza pagare gli stipendi, ma a gennaio nessuno ne ha bloccato il mercato. Entrambe le società sono approdate ai playoff accumulando nuove penalizzazioni che solo le assurde regole del calcio italiano vogliono da scontarsi nel prossimo campionato, che per quanto si è capito potrebbe addirittura non vederle più al via. Promozione che il Verona e Giovanni Martinelli meritano nei bilanci e che vogliono conquistarsi, senza sconti, anche sul campo.
Fonte: www.tggialloblu.it
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Hellas Verona-Sorrento, già venduti 2800 tagliandi
giovedì 19 maggio 2011
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La Lega Italiana Calcio Professionistico ha reso noti i primi dati relativi alla prevendita dei biglietti per Hellas Verona-Sorrento, gara di andata della semifinale playoff promozione del Girone A della Prima Divisione, in programma domenica 29 maggio allo stadio Marcantonio Bentegodi di Verona con inizio alle ore 16.00.
Alle ore 20 di giovedì 19 maggio erano stati acquistati già 2.800 tagliandi, di questi ben 2.000 sono di Curva Sud.
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Gegè Rossi talismano rossonero
Il portiere del Sorrento Generoso Rossi vanta un record singolare; nelle tre occasioni in cui ha giocato nel campionato di C1, che adesso si chiama Prima Divisione, ha sempre ottenuto la promozione in serie B.
Gegè esordì in C1 a diciannove anni nella stagione 1998-99 vestendo la maglia del Savoia del presidente Moxedano e di mister Osvaldo Iaconi conquistando subito la maglia di titolare. In quel campionato la squadra oplontina fu promossa in serie B attraverso i playoff dopo essersi classificata al quinto posto nella regular season.
I bianchi di Torre Annunziata in semifinale affrontarono il Palermo che si aveva concluso il campionato in seconda posizione alle spalle della Fermana e lo batterono con il punteggio di una rete a zero sia all’andata giocata al San Paolo di Napoli sia al ritorno allo Stadio della Favorita.
Nell’altra semifinale la Juve Stabia superò il Giulianova. Dopo essere state sconfitte per tre a due in Abruzzo le vespe vinsero il confronto di ritorno per due a zero.
La finale in partita unica si giocò al Partenio di Avellino il 13 giugno 99 e vide la vittoria del Savoia per due reti a zero. Gegè disputò una buona partita ottenendo il primo successo della sua carriera.
L’anno successivo Rossi passò a difendere la porta del Crotone e la squadra calabrese si rese protagonista di una cavalcata trionfale ottenendo la promozione diretta con il primo posto nel girone B, totalizzando 69 punti contro i 62 dell’Ancona.
La carriera di Rossi proseguì poi sui campi di A e B con Bari, Venezia, Lecce, Siena e Triestina vestendo anche la maglie della nazionale under.
Nel 2008 fu ingaggiato dal Gallipoli tornando in Prima Divisione. Terza partecipazione e terza vittoria con i giallorossi pugliesi che riuscirono a precedere tutti con un gran finale di campionato approdando in serie B direttamente con 66 punti contro i 64 del Benevento e i 59 del Crotone che poi fu promosso in cadetteria attraverso i playoff.
Nonostante l’ottimo campionato disputato l’anno seguente Rossi non fu riconfermato dal Gallipoli e rimase fermo fino a gennaio accettando poi di firmare per il Sorrento. Purtroppo, alcuni problemi di salute non permisero a Gegè di scendere in campo.
Gambardella e Simonelli però sapevano di avere per le mani un grande portiere e un grande uomo e hanno atteso con pazienza che ritrovasse la condizione per consegnarli la maglia di titolare della porta del Sorrento.
Rossi è diventato subito uno dei leader dello spogliatoio rossonero, instaurando anche un ottimo rapporto con la tifoseria. Quando nell’ultima di campionato Simonelli lo ha lasciato fuori per dare spazio a Casadei e per evitare che potesse ricevere un’ammonizione che essendo Gegè in diffida avrebbe fatto scattare l’automatica squalifica per una giornata impedendogli di scendere in campo nella prima partita dei playoff, lui è andato in mezzo agli ultras a tifare per i propri compagni facendosi fotografare accanto a tutti quelli che glielo hanno chiesto.
Adesso è pronto a riprendere il posto in squadra per guidare i compagni alla conquista della serie B confermando ancora una volta che con lui in porta la promozione è sicura al 100%.
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