Emergenza Doping

venerdì 20 maggio 2011 0 commenti

Amatori traditi dal ciclismo drogato

«Andate a vedere tra gli amatori quello che succede...». Questo è stato il monito diffuso che ci ha spinti a ripartire con la nostra inchiesta “Emergenza doping”. E al termine di questa quinta tappa siamo arrivati al ciclismo amatoriale. Ad attenderci al velenoso traguardo, c’è quello che per sua esplicita richiesta chiameremo Marco. Omettiamo le sue generalità, in quanto si tratta di uno degli informatori chiave dei Nas di Firenze che lo indagarono tra i tanti ciclisti coinvolti nella famigerata inchiesta “Oil for drug”. La maggiore indagine effettuata sul doping nello sport fino ad oggi, avviata nel 2004 in seguito al decesso di un cicloamatore a Roma. Una delle tante morti sospette tra gli sportivi, su cui gravano le presunte responsabilità di un mondo, da cui Marco ha scelto di dissociarsi e di denunciare con coraggio. «Ma rischiando poi sulla mia pelle... Se non voglio che venga pubblicato il mio vero nome è perché ho subìto minacce di morte insieme a un agente dei Nas che ha condotto l’inchiesta “Oil for drug”».

Minacce di stampo malavitoso a quanto pare. Possibile che tutto questo accada nel pacifico e romantico mondo del ciclismo, per giunta amatoriale?
Sono arrivato al ciclismo a 28 anni, tardi. Prima facevo altri sport, perciò ignoravo un certo tipo di personaggi. Quando sono passato al ciclismo su strada ho fatto la conoscenza di un mondo assurdo, un’umanità impazzita che farebbe di tutto per vincere la gara della domenica.

Il maratoneta Roberto Barbi ha detto che nella sua disciplina l’80% degli amatori sono dopati, anche nel ciclismo siamo su quelle cifre?
Tra gli amatori qui si sale fino al 99,9%... L’ultimo arrivato si può stare certi che almeno un’anfetamina l’ha mandata giù. Il primo classificato si è fatto sicuramente di Epo. Ho conosciuto cicloamatori che prenderebbero anche il salnitro grattato dal muro... Gente che comincia a dicembre con Epo e Gh e poi passa all’efedrina in endovena, per concludere in “bellezza”, magari con lo “Stargate” che è roba che usano i veterinari per darlo ai cani malati.

E lei non ha mai preso tutta questa roba?
Io ho abusato di farmaci dal 2002 al 2003. Per cercare di stare al passo con il gruppo ho cominciato a prendere l’Epo, ma in dosi controllate, senza esagerare, per questo non conosco gli effetti collaterali pesanti che invece so che ha provato chi si è spinto oltre.

Effetti collaterali post-gara o malattie e morti causate dal doping?
Non sono un medico, però ho visto corridori con dei bubboni giganti dietro la schiena perché avevano preso tanto di quel nandrolone da fare schifo. Poi ci sono quelli che per colpa delle sostanze dopanti so che hanno avuto ictus, problemi cardiaci o gli hanno dovuto asportare un rene. Il massimo? Ciclisti che dopo una caduta non hanno potuto operarli perché avevano l’ematocrito a 60...

Un’ecatombe, ma come si arriva a rifornirsi delle sostanze?
Esiste un mercato nero, specie su Internet, in cui ti procuri qualsiasi cosa tu voglia assumere. Poi è un passaparola, nell’ambiente sanno tutti chi è il medico o il preparatore che può darti l’ “aiutone” maggiore. C’è anche una discreta massa di infermieri che razziano i magazzini degli ospedali o fanno finta che certe fiale nell’armadietto del reparto si sono rotte e invece le hanno già trafugate e vendute ai ciclisti.

Sempre Barbi ci ha detto che doparsi ha un costo molto alto, conferma?
Io so di gente che aveva ditte e negozi e che li ha chiusi perché si era indebitata per rifornirsi di doping. Alla fine diventi dipendente e compri le sostanze come i tossicodipendenti acquistano l’eroina o la cocaina. Non ti basta mai e intanto i soldi finiscono.

Ma perché si arriva a tanto?
L’indole umana è fragile e ti porta a cadere in questo grande inganno. Ti convinci che “così fan tutti” e che solo aiutandoti con i farmaci puoi essere vincente. Altrimenti arrivi ultimo e fai la figura del fesso. Oggi so che è molto meglio un ultimo posto da pulito vero.

Quanto si va più veloci in bicicletta con il doping in corpo?
Diciamo che la prestazione può essere migliorata del 10-15%. Però ora che corro senza prendere niente, posso assicurare che mi piazzo comunque tra i primi venti. Basta cambiare sistema di allenamento e curare l’alimentazione per essere competitivi lo stesso. Certo, se poi l’obiettivo è la vittoria, allora bisogna per forza ricorrere alla scorciatoia del doping.

Sta dicendo che vince sempre e solo chi si dopa nel ciclismo?
In una classica di Gran Fondo basta andare a scorrere la classifica d’arrivo per vedere che si trovano sempre i soliti nomi tra i primi dieci. Si tratta di ex professionisti o gente che è già stata squalificata perché trovata positiva, ma che continua a correre per 1.200 euro al mese, che non saranno molti, ma è comunque lo stipendio di un operaio che non ha tempo e possibilità di andare in bicicletta.

Tutto questo succede anche nel ciclismo giovanile?
Domenica scorsa ho assistito a una gara di Juniores in cui ho visto dei ragazzi russi fare dei numeri a velocità pazzesche per la loro età. Sono scene ricorrenti, ma nessuno li controlla.

Ma se le squalifiche per doping nel ciclismo sono all’ordine del giorno...
Sì ma beccano sempre i soliti, i più deboli, per cercare di tenere fuori dai guai i “pesci grossi”. Ma è lo stesso che fanno nel calcio dove ogni tanto vanno a pescare il giocatore di secondo piano per far vedere che sono attenti e che l’antidoping funziona a meraviglia.

Pensa il contrario?
Io so solo che il Coni, a quelle 5-6 persone che ho denunciato ai Nas e che hanno avuto un processo penale, non ha fatto assolutamente nulla. Alcuni di loro addirittura sono stati indagati e trovati colpevoli in successive inchieste importanti sui professionisti.

Il ciclismo è davvero lo sport più compromesso?
Quello che circola nel ciclismo è solo la metà delle sostanze che vengono utilizzate nelle palestre, quindi sarebbe il caso di andare in profondità in tutte le discipline e possibilmente farlo prima che capitino delle tragedie come quella che ha originato l’inchiesta da cui è partita anche la mia vicenda personale.

Pentito di essersi esposto così tanto?
Assolutamente no. L’ho fatto soprattutto per i giovani che si avvicinano al ciclismo. Li invito di cuore a non cadere in tentazione e a cercare di essere più forti dell’attrattiva del doping che illude di risolvere la vita e invece non fa altro che creare problemi, a volte irrisolvibili.

Fonte: Massimiliano Castellani www.avvenire.it

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Boom di partecipanti al Memorial Battistini

Nuovo boom di adesioni allo slalom Città di Campobasso, Memorial Gianluca Battistini che nel prossimo weekend spegnerà la candelina numero diciannove. Dopo i numeri importanti dello scorso anno, anche nel 2011 la manifestazione targata Aci Campobasso-Molise Racing e Tecno Motor Racing Team ha fatto il bis portando in Molise driver provenienti da ogni parte della penisola. Tanti i driver presenti alla kermesse tricolore che sabato e domenica accenderà l’entusiasmo degli appassionati e degli addetti ai lavori, pronti ad accorrere numerosi lungo la Gildonese. Oltre ai molisani che saranno presenti nella gara di casa, su tutti i campioni italiani della specialità Fabio Emanuele e Martina Iacampo, spiccano i nomi di Vinaccia, Frioni, Castellano (pronti a combattere per la vittoria) oltre che del campione italiano in carica Polini, presente a Campobasso sulla fida A112 e pronto a lottare per mettere in cassaforte punti pesanti in chiave futura. A parte i nomi succitati, nutrite saranno anche le altre classi con piloti di buona caratura che renderanno la manifestazione campobassana di grande spessore. Se da un lato le adesioni sono state numerose, è stato importante e molto prezioso il lavoro svolto dai ragazzi di contrada Mascione che hanno allestito in maniera impeccabile il percorso di gara curandone ogni minimo dettaglio. Del resto se per un altro anno il Memorial Gianluca Battistini è stato inserito nel calendario del campionato italiano slalom e il tracciato è considerato uno dei più belli della penisola, un motivo ci sarà.
 La grande due giorni dedicata ai motori comincerà nella giornata di sabato con le verifiche tecniche e sportive che ci saranno presso la concessionaria Vitale Motor sabato pomeriggio. Domenica, poi, si farà sul serio con la gara che prenderà il via alle 12,30 dopo la manche di ricognizione.

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Hellas Verona - Sorrento prevendita al Bar La Scala

Dalla giornata di mercoledì, sono disponibili presso i punti vendita del circuito Ticket One, i biglietti per la gara d'andata della semifinale dei playoff promozione, del Girone A  della Prima Divisione in programma domenica 29 maggio allo stadio Marcantonio Bentegodi (ore 16).
Da sabato 21 maggio per i tifosi rossoneri, la prevendita sarà attivata anche presso il Bar La Scala di Piano di Sorrento, sino a sabato 28 maggio alle ore 19.00.
Si ricorda che per l'acquisto del tagliando della gara che ha un costo di 13 euro (12 €+1€ diritto di prevendita), valevole per il settore ospiti del "Bentegodi" è necessaria la Tessera del Tifoso.

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Piano in festa per Hamsik e Maggio

Entusiasmo alle stelle, ieri pomeriggio, a Piano di Sorrento, per l'arrivo di Marek Hamsik e Chistian Maggio. I due calciatori azzurri sono intervenuti presso la sede del negozio Dooa Store al Corso Italia per promuovere la nuova linea di abbigliamento di uno degli sponsor istituzionali del Napoli. Accolti dal titolare Vanni Carretta, i due azzurri hanno posato per foto ricordo con i tanti tifosi in festa. I due azzurri hanno firmato tanti autografi e posato per le foto ricordo dei circa 300 tifosi accorsi per applaudire i due calciatori azzurri. Ultimo atto della loro escursione in costiera, il taglio di una torta con la Champions League, il Vesuvio e il logo del Napoli.

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Qui Verona “Meglio giocare a Sorrento”

Continua la disinformazione dei siti vicini all’Hellas Verona che da giorni stanno portando avanti una campagna di stampa diffamatoria contro il campo Italia. Ecco l’ultimo articolo della serie pubblicato dal sito tggialloblu.it. Non sapendo più cosa scrivere, adesso sostengono che è meglio giocare sul terreno irregolare del campo Italia piuttosto che rischiare di giocare al San Paolo di Napoli o al Vestuti di Salerno. In attesa di leggere un articolo in cui chiederanno di giocare entrambe le partite al Bentegodi con un arbitro scelto da loro, gustatevi questo:



Meglio giocare a Sorrento. È il motivo che ha spinto il Verona a non presentare ricorsi per giocare in campo neutro la gara di ritorno delle semifinali dei playoff. L'incartamento raccolto dai professionisti messi al lavoro dalla società gialloblù sarebbe con tutta probabilità bastato per uno spostamento di sede della partita, muri troppo vicino al campo di gioco, rimbalzo della palla irregolare sul sintetico a parte, la Lega avrebbe avuto tutto l'interesse di avere un incasso migliore facendo giocare il match in uno stadio più grande. Ma alla fine il Verona ha preferito non procedere per una serie di motivi, di convenienza e di "politica" sportiva. Primo tra tutti, il fatto che se non si fosse giocato all'"Italia", campo su cui il Sorrento gioca solo grazie ad una speciale deroga, si sarebbe giocato o a Napoli o a Salerno, in stadi tradizionalmente "avversi" dove il pubblico contro sarebbe stato molto di più dei tremila e spiccioli che può contenere il piccolo impianto campano. E l'ambiente sarebbe stato ancora più caldo. 
C'è poi il fattore Mandorlini, che ha avuto peso in casa dell'Hellas. Il tecnico gialloblù, persa 2-0 la partita di ritorno dello scorso aprile, ha sempre fatto capire di voler tornare a Sorrento a prendersi una rivincita. Una convinzione che l'allenatore si è dimostrato in grado di trasmettere alla squadra.
Verona che in maniera indiretta ma con adeguata scelta di tempo ha fatto invece arrivare in Lega il messaggio di essere l'unica società in regola a disputarsi nel girone A il secondo posto per la serie B. Anche nei suoi momenti personali più difficili, e ne ha avuti, il presidente Martinelli non ha mai sgarrato di un giorno nel pagare gli stipendi, i contributi, l'Irpef, rispettare quelle regole federali che altri non hanno rispettato. Il Sorrento da un anno gioca su un campo irregolare, che ha portato ai campani un grande vantaggio nelle partite in casa (13 vittorie su 17 partite e solo 2 sconfitte l'ultima a classifica definita domenica scorsa contro la Cremonese). Alessandria e Salernitana sono due società in coma, ad un passo dal fallimento, tenute in vita solo in prospettiva degli eventuali diritti che arriverebbero dalla promozione. Entrambe le società sono arrivate alla fine del campionato senza pagare gli stipendi, ma a gennaio nessuno ne ha bloccato il mercato. Entrambe le società sono approdate ai playoff accumulando nuove penalizzazioni che solo le assurde regole del calcio italiano vogliono da scontarsi nel prossimo campionato, che per quanto si è capito potrebbe addirittura non vederle più al via. Promozione che il Verona e Giovanni Martinelli meritano nei bilanci e che vogliono conquistarsi, senza sconti, anche sul campo.


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Hellas Verona-Sorrento, già venduti 2800 tagliandi

giovedì 19 maggio 2011 0 commenti

La Lega Italiana Calcio Professionistico ha reso noti i primi dati relativi alla prevendita dei biglietti per Hellas Verona-Sorrento, gara di andata della semifinale playoff promozione del Girone A della Prima Divisione, in programma domenica 29 maggio allo stadio Marcantonio Bentegodi di Verona con inizio alle ore 16.00.
Alle ore 20 di giovedì 19 maggio erano stati acquistati già 2.800 tagliandi, di questi ben 2.000 sono di Curva Sud. 

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Gegè Rossi talismano rossonero

Il portiere del Sorrento Generoso Rossi vanta un record singolare; nelle tre occasioni in cui ha giocato nel campionato di C1, che adesso si chiama Prima Divisione, ha sempre ottenuto la promozione in serie B.
Gegè esordì in C1 a diciannove anni nella stagione 1998-99 vestendo la maglia del Savoia del presidente Moxedano e di mister Osvaldo Iaconi conquistando subito la maglia di titolare. In quel campionato la squadra oplontina fu promossa in serie B attraverso i playoff dopo essersi classificata al quinto posto nella regular season.
I bianchi di Torre Annunziata in semifinale affrontarono il Palermo che si aveva concluso il campionato in seconda posizione alle spalle della Fermana e lo batterono con il punteggio di una rete a zero sia all’andata giocata al San Paolo di Napoli sia al ritorno allo Stadio della Favorita.
Nell’altra semifinale la Juve Stabia superò il Giulianova. Dopo essere state sconfitte per tre a due in Abruzzo le vespe vinsero il confronto di ritorno per due a zero.
La finale in partita unica si giocò al Partenio di Avellino il 13 giugno 99 e vide la vittoria del Savoia per due reti a zero. Gegè disputò una buona partita ottenendo il primo successo della sua carriera.
L’anno successivo Rossi passò a difendere la porta del Crotone e la squadra calabrese si rese protagonista di una cavalcata trionfale ottenendo la promozione diretta con il primo posto nel girone B, totalizzando 69 punti contro i 62 dell’Ancona.
La carriera di Rossi proseguì poi sui campi di A e B con Bari, Venezia, Lecce, Siena e Triestina vestendo anche la maglie della nazionale under.
Nel 2008 fu ingaggiato dal Gallipoli tornando in Prima Divisione. Terza partecipazione e terza vittoria con i giallorossi pugliesi che riuscirono a precedere tutti con un gran finale di campionato approdando in serie B direttamente con 66 punti contro i 64 del Benevento e i 59 del Crotone che poi fu promosso in cadetteria attraverso i playoff.
Nonostante l’ottimo campionato disputato l’anno seguente Rossi non fu riconfermato dal Gallipoli e rimase fermo fino a gennaio accettando poi di firmare per il Sorrento. Purtroppo, alcuni problemi di salute non permisero a Gegè di scendere in campo.
Gambardella e Simonelli però sapevano di avere per le mani un grande portiere e un grande uomo e hanno atteso con pazienza che ritrovasse la condizione per consegnarli la maglia di titolare della porta del Sorrento.
Rossi è diventato subito uno dei leader dello spogliatoio rossonero, instaurando anche un ottimo rapporto con la tifoseria. Quando nell’ultima di campionato Simonelli lo ha lasciato fuori per dare spazio a Casadei e per evitare che potesse ricevere un’ammonizione che essendo Gegè in diffida avrebbe fatto scattare l’automatica squalifica per una giornata impedendogli di scendere in campo nella prima partita dei playoff, lui è andato in mezzo agli ultras a tifare per i propri compagni facendosi fotografare accanto a tutti quelli che glielo hanno chiesto.
Adesso è pronto a riprendere il posto in squadra per guidare i compagni alla conquista della serie B confermando ancora una volta che con lui in porta la promozione è sicura al 100%.

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Presentata la Gran Fondo del Volturno

Ha preso il via ufficialmente stamane la quarta edizione della Gran Fondo del Volturno, la manifestazione ciclistica organizzata dall’associazione Centoeventi in collaborazione con i quotidiani Corriere di Caserta e Cronache di Napoli. Nella cornice di Piazza Campania, al Centro Commerciale Campania di Marcianise, si è svolta la conferenza di presentazione della manifestazione. 
A fare gli onori di casa il vicepresidente vicario dell’Ussi (Unione Stampa Sportiva Italiana) e giornalista della Rai Gianfranco Coppola. “È con grande soddisfazione che presento questa manifestazione perché il ciclismo è ormai l’unico sport che a costo zero permette agli appassionati di vedere e parlare con i campioni”.
Ospite d’onore il presidente del consiglio regionale della Campania Paolo Romano. "La Gran Fondo del Volturno è un bellissimo evento che si svolge in un territorio incantevole. Le istituzioni devono appoggiare le manifestazioni che creano i presupposti per far decollare i territori".
La corsa toccherà gran parte dei Comuni del Matese e avrà come luogo di partenza e arrivo la città di Piedimonte Matese.
“Per noi – spiega il sindaco Vincenzo Cappello – è una grande opportunità di crescita. Abbiamo organizzato diversi eventi collegati alla corsa”. Quindi l’intervento del sindaco di Alvignano Angelo Di Costanzo: “Di anno in anno ci sono sempre più persone che assistono a quest’evento che è importante per il territorio”. Poi il presidente della Comunità Montana Fabrizio Pepe: “Il Matese è la perla della Campania, uno scenario eccezionale”. Quindi tocca al presidente del Coni di Caserta Michele De Simone: “Il ciclismo è una festa per i cittadini e sono certo che quest’evento, alla quarta edizione, crescerà ancora di più”, a seguire il presidente provinciale dell’Us Acli Aldo Lellis: “Qui si coniugano sport e natura e gli amanti delle due ruote sono i primi ad apprezzare le bellezze naturalistiche”. A conclusione l’intervento del direttore di Corriere di Caserta e Cronache di Napoli Domenico Palmiero: “Siamo giunti alla quarta edizione di una manifestazione con cui abbiamo voluto dare il nostro contributo alla crescita sociale del nostro territorio”. L’appuntamento è per domenica 29 maggio a Piedimonte Matere per la quarta Gran Fondo del Volturno.

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