Il 4 maggio scorso, il Consiglio
federale della Federciclismo, per ottemperare alle richieste di una maggiore
etica, provenienti dal presidente del Coni Petrucci, ha licenziato di punto in
bianco il commissario tecnico della nazionale italiana su pista Andrea Collinelli, perché durante la
sua carriera da atleta, nel 2000, aveva riportato una squalifica di 10 mesi perché trovato in possesso di alcuni farmaci all’epoca vietati (lidocaina e
fentermina) Si badi bene Collinelli fu squalificato per il semplice possesso
dei due farmaci e non perché era risultato positivo ad un controllo.
Questo il breve testo del
comunicato con il quale la FCI ha annunciato il licenziamento:
il Consiglio federale, nel quadro dell'adozione di diversi e più
incisivi criteri nei confronti di tutti gli operatori federali a ogni i
livello, ha deciso di interrompere il rapporto di collaborazione con Andrea
Collinelli, ringraziandolo per l'impegno tecnico svolto con il massimo rigore e
vigilanza nei confronti degli atleti gestiti e per aver alzato il livello di
attenzione etica, biologica e di prestazione da parte degli stessi.
Ieri mattina 18 settembre il
ciclista del TCS
Mario Pastore che
sta scontando una
squalifica di 2 anni
(24 mesi) per non essersi presentato
al controllo antidoping del Giro della Costiera del 27 febbraio scorso
(sentenza TNA CONI del 17 giugno 2011
CLICCA QUI)
e che quindi
non può prendere parte in
alcun modo a manifestazioni sportive che si svolgono sul territorio italiano,
girava liberamente con indosso la divisa sociale della propria squadra tra i
bambini impegnati in una gara ciclistica per giovanissimi a Piano di Sorrento e
si faceva fotografare insieme a loro (foto a lato) senza che nessuno del TCS avesse nulla a che dire.
Se Castellano e compagni avessero
usato lo stesso metro di condotta della federazione, il Pastore non avrebbe
nemmeno potuto avvicinarsi ai bambini. Invece questi sono stati vergognosamente
usati a loro insaputa per ripulire l’immagine di un individuo che prima ha
barato, in un secondo momento si è sottratto al controllo antidoping e
successivamente ha cercato di passarla liscia fornendo giustificazioni che il
TNA ha giudicato non veritiere.
Appare evidente che l’etica del
TCS è lontana anni luce da quella suggerita da Petrucci. Noi questo lo sapevamo
già da molto tempo. Adesso forse verranno a saperlo anche i genitori dei
bambini in gara ieri. Al peggio no c’è mai limite!
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