Nel mirino dei pm della Procura
di Napoli sono finite almeno 150 partite dei vari campionati di calcio,
compresa la serie A. I pm, coordinati dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo,
stanno esaminando flussi anomali riguardanti le scommesse sulle partite di
calcio. La Procura è entrata in possesso di un elenco di match inviatogli dall'Agenzia
dei Monopoli.
L'inchiesta della Dda sta facendo
luce sui meccanismi con cui il clan camorristico D'Alessandro - Di Martino,
attivo nella zona di Castellammare di Stabia e dei Monti Lattari, stava
ampliando i propri investimenti in un settore estremamente redditizio.
Otto le persone fermate, tra cui
Maurizio Lopez, dirigente nazionale dell'ufficio quote e rischi di Intralot, ed
Antonio De Simone, a sua volta dipendente con mansioni dirigenziali della
società di scommesse. Quello delle scommesse illegali è un filone di una più
ampia inchiesta su irregolarità nel mondo del calcio (che l'anno scorso portò
all'arresto del calciatore Cristian Biancone e all'iscrizione nel registro
degli indagati del portiere Vitangelo Spadavecchia) di cui ha parlato ieri
mattina in conferenza stampa il procuratore aggiunto Rosario Cantelmo.
Sono 150, ha spiegato Cantelmo,
gli incontri di calcio segnalati alla Dda di Napoli dall'Agenzia dei Monopoli e
dalla Procura della Figc perché ritenuti sospetti a causa del flusso anomalo di
giocate.
Su questi incontri, soprattutto
di serie minori ma anche di serie A, sono in corso ora accertamenti: sono stati
e saranno sentiti i dirigenti di diverse squadre, mentre si esaminano filmati e
fotografie di partite sospette. Cantelmo ha anche riferito che è in corso una
rogatoria con un Paese straniero e altre ne saranno avviate: dalle indagini
sono emersi contatti tra i D'Alessandro-Di Martino e alcuni loro referenti in
Spagna e Sudamerica. La Dda, con la procura di Torre Annunziata, sta esaminando
anche il comportamento, definito anomalo, di alcune tifoserie nei confronti di
calciatori di squadre minori: c'è il sospetto che possano esserci contatti con
i clan. Per i prossimi mesi sono dunque prevedibili sviluppi importanti.
Nel corso dell'operazione che si è
conclusa ieri, che è stata portata a termine dai carabinieri della compagnia di
Castellammare di Stabia con il coordinamento dei pm Pierpaolo Filippelli e
Claudio Siragusa, sono state ricostruite numerose scommesse illegali, ciascuna
dal valore di decine di migliaia di euro, fatte da affiliati al clan e dai due
dirigenti di Intralot sottoposti a fermo (ma la società, in una nota, manifesta
la sua totale estraneità alla vicenda e si ritiene parte lesa). Uno dei sistemi
adottati era operare come banco sul sito telematico illegale www.betfair.com,
ruolo che la legge riserva allo Stato o ad altro ente concessionario. Il clan,
inoltre, gestiva o si accingeva a gestire tramite prestanome diversi punti
Intralot: due sono stati sequestrati a Gragnano e Pimonte (Na), su un terzo di
Rimini sono in corso accertamenti.
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