Forte di una difesa praticamente impenetrabile aveva inanellato una serie di ben 17 partite in cui il portiere Gridelli non aveva subito reti e questa lunga serie di risultati positivi l’aveva portata ai vertici della classifica, pronta a giocarsi la promozione in Serie B. e presentarsi allo scontro diretto con la Salernitana del 2 maggio 1971, con un punto di vantaggio sui granata.
L’impianto di via Califano aveva chiuso i cancelli già mezz’ora prima del fischio d’inizio e lo stadio era stracolmo in ogni ordine di posto, nonostante i prezzi alti. Difatti il prezzo del biglietto era stato fissato a 5000 lire. Biglietto unico indipendentemente dal settore che si andava a occupare. Cinquemila lire era un costo molto alto per il biglietto di una partita. All’epoca una giornata lavorativa di un operaio costava meno di 5000 lire e con quei soldi si poteva andare due volte in un ristorante di media qualità a consumare un pranzo completo. Volendo fare un paragone potrebbe essere qualcosa corrispondente a cento euro di oggi. Oltre un migliaio di tifosi salernitani occuparono la curva nord, mentre gli altri settori erano occupati prevalentemente dai sorrentini (a quei tempi non esistevano i settori dedicati alle tifoserie).Il pre-filtraggio per il controllo dei biglietti avveniva lungo la strada verso S.Agnello per i tifosi granata; e nei pressi del museo Correale per i sorrentini.
. Imponenti misure di sicurezza con centinaia di agenti e carabinieri mobilitati a presidiare l’area dello stadio . Duemila manifestini furono affissi in città per porgere il benvenuto ai tifosi ospiti con espressioni di amicizia e simpatia . Si temevano incidenti ,
La partita trovò posto nella trasmissione. “Tutto il Calcio Minuto per Minuto” come quinto collegamento in scaletta, con il commento di Ezio Luzzi, ed era collocata all’ultimo post nella schedina dei pronostici “Totocalcio”
Si era alla 32 ma giornata di campionato e le due squadre si trovavano ai vertici della classifica con il Sorrento che precedeva di un punto i rivali salernitani . Era una condizione che imponeva a entrambe le quadre di non perdere . E per raggiungere questo risultato le due squadre applicarono fin dal primo minuto rigorosi e assillanti marcamenti “ ad uomo” in ossequio a una regola del calcio( almeno quello che si giocava 50 anni fa) che è quella di bloccare in tutti i modi l’avversario , innervosirlo, stargli addosso per spegnerne l’iniziativa.
Agli ordini del Sig Ciacci di Roma ( arbitro di Serie A ) scesero in campo le seguenti formazioni :
SORRENTO: Gridelli; Furlan Nazzi (75' Bruscolotti); Savarese, Mamilovich, Lorenzini; Angrisani, Costantino, Sportiello, Noletti, Bozza. A disposizione: Moscarella. Allenatore: Vitali.
SALERNITANA: Valsecchi; Rosati, Urbani; Raschi, Olivieri, Daolio; Rigotto (52' Vatiero), Viappiani, Gambero, Pantani, Santucci. A disposizione: Barba. Allenatore: Rosati.
Il giornalista Stefano Lombardi così ricorda la partita per per “IL MATTINO” .
” La Salernitana ha avuto appena il tempo di accennare i marcamenti che la sua rete era già scossa da un pallone scagliato da pochi passi da Sportiello. Fallo su Bozza e Costantino dalla sinistra tirava verso il centro; qui Savarese con un tocco intelligente passava allo smarcato Sportiello e dal piede del centravanti partiva la frecciata che batteva Valsecchi. Si era appena al 4 di gioco “ .
Era fatta . Con una squadra come il Sorrento maestra nell’arte di difendersi la Salernitana non sarebbe riuscita a rimontare anzi il Sorrento si rese ancora pericoloso con ficcanti contropiede.
Una vittoria fondamentale , quella del Sorrento ma non era ancora finita perché mancavano sei partite alla fine e il Sorrento doveva giocare quattro partite in trasferta ( Crotone, Martinafranca, Chieti e Messina) e soltanto due nel fortino del Campo Italia (Acireale e Pro Vasto) . Per contro la Salernitana , pur attardata di tre punti , conservava un calendario favorevole con quattro partite in casa e due in trasferta.
Il Sorrento vinse a Crotone ( 2-0) , perse a Martinafranca ( 3-2), poi vinse le due partite in casa ( 1-0 Acireale, 2-0 , Pro Vasto) . Alla penultima giornata pareggiando a Chieti , 0-0,e approfittando di un mezzo scivolone interno della Salernitana, rese inutile l’ultima trasferta a Messina.. Era fatta . Il Sorrento andava in Serie B e mandava in visibilio l’intera tifoseria Peninsulare.
Aveva utilizzato, in pratica, una rosa di soli 14 giocatori. Non aveva segnato molti gol, solo trentatré, e se togliamo il 6-1 contro l’Enna i gol sarebbero stati anche di meno per cui si comprende che le 19 vittorie furono ottenute quasi tutte col minimo scarto. Questo era possibile perché la difesa subiva pochi gol. Solo dodici, compreso quello inutile di Messina all’ultima giornata. Questi numeri dimostrano la veridicità del detto che circola nel mondo del calcio, ovvero “gli attaccanti fanno vendere i biglietti, i difensori fanno vincere i campionati.”.
L’” Hombre del partido” come i tifosi di lingua spagnola definiscono l’uomo partita fu senza dubbio il 21 enne centravanti Gennaro Sportiello che era stato preso dal Napoli al mercato di fine ottobre e che si rivelò utilissimo alle fortune del Sorrento . Aveva orbitato nella prima squadra del Napoli con una presenza in Coppa Uefa (allora Coppa delle Fiere). Appena acquistato fu subito mandato in campo l’8 novembre 1970 e fece un esordio col botto: una tripletta ai malcapitati siciliani dell’Enna per un 6-1 finale. Con un bottino di otto reti, tutte su azione, in 29 partite giocate contribuì attivamente alla promozione del Sorrento in Serie B. Purtroppo rimase a Sorrento una sola stagione e a fine anno ritornò al Napoli per “Fine Prestito” e continuò la sua carriera lontano dalla Penisola in squadre di Serie B e Serie C. Un attaccante indubbiamente forte che è rimasto nei cuori degli sportivi sorrentini per quella prodezza del 2 maggio 1971.
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