Conosciamo l’ultimo arrivato in casa Sorrento
Renato Rafael Bondi è nato a São
João de Meriti, nello stato di Rio de Janeiro il 20 marzo 1981. Alto 180 cm per 80 Kg di peso è un giocatore
eclettico che può ricoprire diversi ruoli giocando sia sulle fasce che dietro
una prima punta. Ha antenati italiani il bisnonno infatti era di Viterbo ed è cresciuto
a Brasilia.
Come tutti i ragazzi brasiliani,
anche Bondi dà i primi calci al pallone per strada. Il piccolo Rafael va bene a
scuola, ma non disdegna il lavoro. Fa il cameriere, aiuta il padre nella
macelleria di famiglia e vende gelati per strada. Il primo contratto da professionista
lo firma a 17 anni. Dopo tre mesi di prova viene ingaggiato dal Londrina, ma la
vera svolta arriva due anni più tardi quando passa all’Atletico Paranaense
nella serie A brasiliana. “In quel
periodo avevo anche pensato di abbandonare il calcio per girare il mondo e fare
il missionario – spiega Rafa – poi
l’Atletico mi ha chiamato e ho capito che il mio destino era quello di fare il calciatore”.
Un anno in Perù nel Juan Aurich e nel 2002 l’arrivo in Italia alla Salernitana allenata
da Zeman allora in serie B. “Un ragazzo
di Milano ha fatto vedere una mia cassetta a Zeman. Mi hanno chiamato per fare
il provino e mi hanno preso”.
A Salerno Bondi resta un solo
anno (13 presenze). Dalla B scende in C1 prima a Cava dei Tirreni, (31
presenze, 7 reti) poi due anni a Teramo (59 presenze, 6 reti) dove incontra
Cari. Da lì direttamente a Messina in serie A. In riva allo stretto arriva nel
gennaio del 2006. Undici presenze senza gol fino a giugno. Poi il trasferimento
all’Arezzo, con cui disputa tre campionati, un anno in B con 37 presenze e due
reti e due in Prima Divisione per 63 presenze complessive e 7 reti segnate. Nell’estate
2009 l’approdo al Perugia, dove malgrado la drammatica situazione societaria
che a fine anno portò al fallimento riuscì a mettere insieme 33 presenze e 10
reti guadagnandosi il salto in serie B al Grosseto. In Maremma però non ripaga
le aspettative, collezionando otto deludenti presenze senza mai essere
determinante. Non avendo convinto lo staff biancorosso, il 3 gennaio 2011,
durante il calciomercato invernale, passa all'Alessandria, squadra allenata da
Maurizio Sarri, con la quale guadagna l’approdo ai playoff promozione giocando 13
incontri (1 rete).
La famiglia e la fede - Al centro della sua vita c’è però la
famiglia “La famiglia è tutto per me. Mia moglie mi è stata accanto nei momenti
più difficili. Il primo anno a Salerno giocavo poco e se non ci fosse stata
lei, probabilmente non sarei rimasto in Italia È una presenza insostituibile nella
mia vita come lo sono i miei figli”.
Rafael e Suzana si sono
conosciuti in Brasile tredici anni fa, quando lui ancora non faceva il
calciatore professionista. Si sono sposati nel 2001. Una storia d’amore dalla
quale sono nati Ana Laura e Davi. Insieme hanno vissuto momenti belli e momenti
brutti, ma non hanno mai mollato. Quando parla di sua moglie, gli occhi di
Bondi si illuminano. “Alle volte basta
uno sguardo per intenderci, con lei mi apro, mi confido. Sa quando ho bisogno
di stare da solo e quando invece di parlare. È la persona che mi conosce meglio
di chiunque altro”.
Oltre alla famiglia, l’altro punto
fermo nella vita di Bondi è la fede. Rafael Bondi fa parte degli Atleti di Cristo il movimento Cristiano
Evangelico di cui fanno parte tra gli altri anche Kakà, Cavani e Legrottaglie che
si prepone come scopo la diffusione del messaggio evangelico attraverso lo
sport. Sul braccio sinistro porta un tatuaggio con la scritta “Nada vai me
separar do amor de Deus” (Niente mi separerà dall'amore di Dio). “Dio ci dona
le cose belle e ci conforta nelle difficoltà. Il primo anno che siamo arrivati
in Italia ci è stato di grande aiuto. Ci siamo aggrappati a lui. Ho pregato tanto.
La fede ci dà la forza per andare avanti. La mia famiglia sarà sempre grata al
Signore”. Fuori dal campo veste i panni del marito e del papà. “I miei figli
sono un regalo meraviglioso. La loro nascita mi ha cambiato la vita. Di questo
ringrazio Dio”. “Tutti noi abbiamo bisogno di Dio, ma a volte cerchiamo la
felicità in altre cose...nei vestiti, nel divertimento, cose che passano. Cerchiamo cose che riempiano la nostra vita
di impegni e compromessi, ma quello di
cui abbiamo veramente bisogno è conoscere il Signore. Ma dobbiamo conoscerlo
veramente e permetterGli di cambiarci, come è successo a me! Gesù nella Bibbia
disse: Io sono venuto a dare vita e vita con abbondanza”.
0 commenti »
Lascia la tua risposta!
Aggiungi il tuo commento qui sotto, oppure esegui un trackback dal tuo sito. Puoi anche iscriverti a questi commenti via RSS.
Sii gentile, rimani in argomento. Lo spam non sarà tollerato.