venerdì 27 maggio 2011
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Il Verona e Mandorlini hanno una paura tremenda di Paulinho. Si dice che il tecnico scaligero nottetempo sia stato assalito più volte dall’incubo delle due reti rifilategli dal brasiliano al campo Italia la domenica delle palme. Lo stesso Mandorlini nelle ultime settimana ha seguito con grande attenzione l’evolversi delle condizioni di salute dell’asso brasiliano, con la paura di ritrovarselo di fronte nei playoff. La paura è aumentata ad inizio settimana quando si è saputo che la radiografia a cui si era sottoposto Paulinho aveva dato esito soddisfacente. Immaginiamo quindi il sospiro di sollievo e i balzi di gioia del tecnico scaligero quando ha appreso che Paulinho era partito per il Brasile. Per rendersene conto basta leggere l’articolo a firma Simone Antolini pubblicato questa mattina dall’Arena, che riportiamo di seguito.
Paulinho in Brasile E lo «spauracchio» prende il volo
Forfait Sicuro. L'attaccante se ne va: non giocherò contro il Verona
«Non sento più dolore al braccio ma non sono pronto Ora torno a casa, diventerò papà per la prima volta e voglio stare vicino alla famiglia. Niente Bentegodi»
Lo spauracchio è volato via. Lontano. Paulinho non affronterà il Verona. In questi giorni deve pensare ad altro. L'attaccante del Sorrento sta per diventare papà, ha scelto di tornare in Brasile. Lontano da Verona, lontano dal Bentegodi. Un destino crudele lo ha tolto di mezzo nel momento più importante della stagione del Sorrento. I rossoneri cercavano l'aggancio ancora possibile al Gubbio. Ma hanno dovuto fare a meno del loro giocatore migliore. Del resto, ne sa qualcosa proprio il Verona, battuto allo stadio «Italia» da due giocate dell'attaccante sudamericano. L'infortunio all'omero non è più motivo di tormento ma il centravanti brasiliano non è ancora pronto. Non scenderà in campo con l'Hellas nella semifinale play off. E al massimo, questo lo conferma lui, sarà spettatore nella gara di ritorno. Rischiare un suo inserimento anticipato potrebbe essere, infatti, controproducente. Per lui, per il Sorrento, per la sua carriera. E anche per il Livorno che detiene il cartellino del ragazzo.
Ci sarà al Bentegodi?
«Assolutamente no. Vado in Brasile. Sto per diventare padre per la prima volta. Tornerò a fine mese. Quando tutto sarà concluso».
Ma Paulinho come sta?
«Bene, meglio. La risonanza ha dato indicazioni positive. Ma non sono ancora pronto per rientrare in campo».
Neanche al ritorno?
«Al massimo vado in tribuna a fare il tifo».
Vale la pena ripetere ancora la domanda: è sicuro di saltare la doppia sfida con il Verona?
«Penso che andrà proprio così. Semmai potrei tornare in ballo per la finale. Ma quella è una valutazione che faremo al momento più opportuno».
Paulinho, dicono che senza di lei il Sorrento perde tanto…
«E io mi perdo loro. Stare fuori proprio adesso è bruttissimo. Ho segnato tanto, certo. Ma adesso arrivano le partite che contano, quelle in cui vuoi essere in campo ad ogni costo. E io mi sono infortunato proprio nel momento peggiore della stagione quando la squadra lotta per la B».
L'impressione è che comunque vada a finire lei si è già guadagnato la promozione.
«Ottenerla sul campo con il Sorrento sarebbe stato ancora più bello. Ma la mia stagione resta comunque molto positiva».
Il Verona?
«Merita tutto il nostro rispetto».
Qui si dice la stessa cosa del Sorrento…
«Ripeto, il Verona è un'ottima squadra. Se è arrivata fino in fondo ci sarà pure un motivo. E a me a Sorrento hanno fatto proprio una bella impressione».
Nel doppio confronto, però, non avete mai perso…
«I playoff sono pericolosi. Il Verona è pericoloso. Mi ricordo la partita del ritorno. Abbiamo vinto noi, certo. Ma è stata molto complicata».
È rimasto impressionato da qualcuno in particolare?
«Hallfredsson. Grande corsa, grande temperamento. Ma nel complesso mi pare che tutta la squadra disponga di buone qualità».
Non ci sarà, allora, al Bentegodi. Come immagina la partita?
«Di sicuro ci sarà un pubblico esagerato. Verona dispone di una tifoseria incredibile. Noi, però, siamo una squadra molto orgogliosa. Penso che sarà un confronto molto bello. E proprio per questo mi sarebbe piaciuto essere in campo».
Articolo firmato Simone Antolini www.larena.it
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