Torniamo nuovamente sul
procedimento disciplinare a carico della Juve Stabia e del Sorrento per i fatti
accaduti durante il derby dell’aprile 2009 il cui risultato sarebbe stato
manipolato da Cristian Biancone e Vitangelo Spadavecchia in modo da far perdere
il Sorrento. La società rossonera doveva rispondere anche di un tentato illecito
per l’incontro Taranto-Sorrento del dicembre 2008.
Il Procuratore federale Stefano
Palazzi ha usato la mano pesante e, come già anticipato ieri pomeriggio, riguardo
alle due società, ha proposto 9 punti di penalizzazione per la Juve Stabia e 6 per il Sorrento più
un’ammenda di 20mila euro per la società rossonera.
Particolarmente severe anche le
richieste per i tesserati coinvolti: per l’ex attaccante rossonero Cristian
Biancone, Palazzi ha chiesto la radiazione, mentre per il portiere Vitangelo
Spadavecchia, sono stati proposti 4 anni di squalifica.
Per Roberto Amodio, attuale amministratore unico
della Juve Stabia sono stati chiesti 3 anni e 3 mesi di squalifica, mentre per
l’ex presidente del Sorrento, Antonino Castellano che evidentemente ha avuto un
ruolo molto marginale nella vicenda la richiesta è stata di un solo anno di
squalifica.
Un peso rilevante lo hanno
giocato i verbali degli interrogatori dei due ex calciatori della Juve Stabia,
Biancolino e Grieco, che Palazzi ha acquisito il mese scorso dalla DDA di Napoli
che hanno aggravato pesantemente la posizione della Juve Stabia e di Roberto
Amodio e che forse potrebbero alleggerire anche la posizione del Sorrento che è
stato dimostrato essere stato vittima inconsapevole delle macchinazioni altrui subendo
un pesante danno sportivo e di immagine.
Visto il quadro della situazione che
è emerso dalle indagini della DDA la Juve Stabia dovrebbe ringraziare Palazzi per
non aver calcato ulteriormente la mano. Probabilmente, se la richiesta è stata
di solo 9 punti lo si deve al fatto che il campionato è già iniziato per cui è
prevalsa la considerazione che una penalizzazione maggiore avrebbe potuto
falsare il torneo. In un altro momento, forse, vista al gravità delle accuse le
vespe avrebbero rischiato addirittura la retrocessione diretta, come accaduto
all’Alessandria.
I lamenti di Giglio e Manniello apparsi
su molti organi di stampa in queste ore risultano quindi del tutto fuori luogo.
Meglio farebbero se andassero ad accendere un cero alla Madonna di Pompei
strisciando sulle ginocchia dal Menti fino al Santuario.
Era opinione comune che la
sentenza sarebbe stata emessa subito dopo le richieste del procuratore invece l’organo giudicante si è preso alcuni
giorni per studiarsi meglio le carte presentate dall’accusa e le memorie
difensive. Secondo alcuni si tratta di un buon segno perché sta a significare
che i giudici non hanno ancora maturato un convincimento. Non è detto però che
ci si debba aspettare delle sanzioni meno lievi di quanto richiesto. Potrebbe anche
accadere il contrario, nessuno lo vieta. Probabile comunque che la decisione
venga presa appena dopo il week end, lunedì o martedì al massimo. Solo dopo
sarà possibile ricorrere in appello.
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