Napoli a Sorrento per un calcio alla SLA

venerdì 8 luglio 2011 0 commenti


La prima uscita del Napoli 2011-2012 avverrà al campo Italia di  Sorrento.

Almeno sei-sette azzurri tra i riconfermati della passata stagione prenderanno parte giovedì sera (ore 20) all'amichevole al campo Italia di Sorrento contro la nazionale attori-artisti. Prevista la presenza di Maggio, Aronica, Mascara, De Sanctis e Vitale invitati da Gennaro Iezzo. La partita fa parte dell'evento di solidarietà organizzata dalla Iezzo Global Management "Calcio amore & fantasia" che si terrà da martedì 12 luglio (conferenza stampa) a venerdì  15 (serata premiazione) presso l'Hotel Conca Park di Sorrento.

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Erpen al Sorrento fino al 2013

Una delle prime richieste che Maurizio Sarri ha fatto al presidente Mario Gambardella subito dopo aver firmato il contratto che lo lega al Sorrento fino al 2013 è stata quella di togliere dal mercato l’esterno argentino Horacio Erpen e se possibile di prolungargli il contratto. Poi sembra che abbia telefonato personalmente al giocatori illustrandogli i suoi progetti e il ruolo che vorrebbe riservare all’argentino.
Detto fatto, presidente e giocatore si sono incontrati a loro volta e hanno deciso di comune accordo di prolungare il contratto in scadenza a giugno 2012 di un altro anno. Erpen che era stato richiesto da Benevento, Gubbio, Juve Stabia e Nocerina ha accettato di buon grado di restare a Sorrento, una città in cui lui e la sua famiglia si trovano benissimo e dove spera di restare per molti anni ancora anche dopo il 2013.
La notizia del rinnovo di Erpen non è stata ancora ufficializzata dalla società ma è atteso a breve un comunicato in merito.

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Avallone: "Vogliamo essere competitivi"

giovedì 7 luglio 2011 0 commenti

Cinque anni a Nocera Inferiore fanno di Salvatore Avallone un nome iscritto a fuoco nella storia dei molossi, nel bene e nel male. Originario di Salerno, prima di arrivare a Nocera, ha vestito le maglie di Avellino, Casale e Alessandria. In terra piemontese la consacrazione, cinque stagioni da leader e poi la chiamata dei rossoneri. Ad ottobre del 1997 il primo incontro con il "San Francesco" ed è subito amore con la tifoseria che apprezza la grinta e la voglia di non fermarsi mai del Sasà calciatore. Dopo l'impresa di Gualdo arriva l'amarezza ad Ancona contro la Ternana di Delneri e Fabris, da lì in poi il lento declino dei rossoneri è storia appurata. In un attimo i molossi passano dalla possibile B all'incubo della C2 e Avallone, che nel frattempo ha ottenuto i gradi di capitano, diventa un pò il capro espiatorio della tifoseria. Eros e thanatos, amore e odio ed una tifoseria spaccata; da una parte chi lo ha sempre apprezzato e difeso e dall'altra chi non lo ha mai accettato del tutto. Carismatico e deciso, Avallone, non s'è mai fatto distrarre dagli animi della piazza ed ha sempre svolto con professionalità il proprio dovere, così come tutt'ora fa da dirigente del Sorrento. Intervistato da Tuttonocerina.com ha parlato del suo passato a Nocera e del futuro del Sorrento.

Facciamo un salto nel passato, ottobre 1997 l'inizio di cinque anni in rossonero. Una vita...
"Si, sono stati cinque anni importanti per me, sia dal punto di vista professionale che umano. Ho vissuto momenti belli e brutti ma non rinnego niente di quella che è stata la mia carriera. Mi sono sempre espresso bene in tutte le piazze e ho sempre dato il massimo in tutte le squadre dove ho militato. Sono stati anni bellissimi e indimenticabili".

Lei ha vissuto in rossoneri i brividi della B sfiorata e l'amarezza della retrocessione in C2, due estremi...
"La sfiorata promozione e la retrocessione, ricordi tristi che non si possono cancellare. Il presente però è ben diverso per i rossoneri che sono riusciti da arrivare in B, un traguardo che noi mancammo".

Nei suoi anni a Nocera ha diviso la tifoseria, una frangia l'ha sempre appoggiato mentre un'altra si è spesso scagliata contro di lei...
"E' vero, a Nocera però ho tantissimi amici, per la tifoseria non è stato facile accettare che io di Salerno diventassi capitano della Nocerina. E ogni volta che capitava qualcosa finivano per attaccarmi sistematicamente, ho ricevuto tanti elogi così come numerose critiche ma sempre con rispetto reciproco, sia da parte mia che dei tifosi. Io non mi sono mai tirato indietro, ho sempre dato il massimo, scendendo in campo anche quando non ero al cento percento però non sono stato compreso da tutti i tifosi. Ho rispettato la maglia ed un presidente come Gambardella che aveva speso tanto per la Nocerina".

Un binomio, quello Gambardella-Avallone, che si è ricomposto a Sorrento. Tracciamo un bilancio di questo anno appena concluso con i rossoneri...
"E' un bilancio assolutamente positivo, siamo riusciti a concludere al secondo posto in classifica però dispiace non essere riusciti a vincere gli spareggi. Il Presidente avrebbe meritato la promozione per lo sforzo profuso e dispiace ancora di più perchè era nelle nostre possibilità. Vogliamo assolutamente sfatare questa maledizione".

Quindi la prossima stagione del Sorrento sarà da vertice?
"Noi vogliamo essere competitivi, come quest'anno, e non ci fissiamo obiettivi. Ovviamente il tutto dovrà rientrare in un budget ben preciso, la Prima Divisione impone delle spese di bilancio oculate perchè le entrate non riescono a compensare le uscite".

Lei avrà il difficile compito di riparare alle partenze di giocatori importanti come Paulinho e Togni...
"E' vero sono partiti giocatori importanti, tra chi era in prestito e chi ha deciso di non rinnovare il contratto abbiamo avuto partenze importanti ma arriveranno altri giocatori competitivi. Purtroppo Togni ha voluto la B a tutti i costi mentre Paulinho era in prestito ed è tornato a Livorno".

Parliamo un pò dell'Avallone dirigente, è stato difficile riporre i panni di calciatore ed indossare la giacca e la cravatta?
"Non è stato difficile perchè dopo 21 anni di carriera capisci che è arrivato il momento di fermarsi, fisicamente diventa difficile riuscire a correre ancora dietro al pallone. Oggi lo faccio ma mentalmente, essere dirigente è una cosa bellissima perchè posso fare un lavoro che mi piace in un mondo che conosco benissimo anche se c'è sempre qualcosa da imparare".

Lei e Ivano Pastore: giovani e con tanta voglia di mettersi in mostra...
"Ivano ha avuto anche la soddisfazione di arrivare in B, ha fatto un gran lavoro e i meriti vanno anche al presidente Citarella. Hanno fatto qualcosa di eccezionale, essere giovane significa avere tanti stimoli in più ma è un lavoro non facile. C'è tanto da imparare stando dall'altra parte della scrivania".

Parliamo di mercato, giravano voci di un possibile ritorno a Sorrento di Francesco Ripa. Quanto sono veri questi rumors di mercato?
"Ripa è un ottimo giocatore, è già stato a Sorrento dove peraltro ha lasciato un bellissimo ricordo. E' un calciatore importante ma non abbiamo mai intavolato nessuna trattativa con la Nocerina. Il mercato è appena iniziato e forse in futuro potrebbe pure nascere qualcosa ma per il momento non siamo interessato al calciatore".

A percorso inverso ha mai ricevuto una telefonata da Ivano Pastore per Horacio Erpen?
"E' lo stesso discorso di Ripa, Erpen è un calciatore importante per noi e non abbiamo ricevuto nessuna offerta dalla Nocerina. Su di lui ci sono molte squadre ma non i rossoneri. Non mi risulta che Pastore sia interessato al nostro attaccante".

Infine c'era più di un indizio che vedeva Aurelio De Laurentiis, patron del Napoli, interessato ad entrare in società con Gambardella...
"Non le so dire, io sono contento che il presidente Gambardella sia rimasto. Queste sono cose di carattere amministrativo e non mi toccano, io sono felice per la permanenza del patron che reputo una persona pulita e un grande uomo".



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Al via la Campagna Abbonamenti del Sorrento

Pochi minuti fa la segreteria del Sorrento ha emesso un comunicato stampo in cui si annuncia la presentazione della Campagna Abbonamenti per la stagione 2011/2012 che avverrà sabato 9 luglio 2011 alle ore 16, presso il Grand Hotel Michelangelo di Sorrento.
La nuova Campagna Abbonamenti 2011/2012 avrà come slogan la seguente frase: L'Unione fa la forza! Fai grande il Sorrento Calcio con il Tuo Abbonamento.
Saranno previste diverse novità. Alla conferenza stampa, oltre ai massimi dirigenti della società, sarà presente anche il Sindaco di Sorrento.

La presentazione della Campagna Abbonamenti è aperta anche ai tifosi. Questi però per poter intervenire devono ritirare l’accredito presso la Sede del Sorrento calcio entro le ore 13 di sabato 9 luglio 2011.

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Maurizio Sarri e il suo 4-4-2

Il secondo articolo per meglio conoscere il neo allenatore del Sorrento Maurizio Sarri lo abbiamo scovato su Calciomagazine.net  ed è stato scritto il 28 maggio 2008 quindi due anni prima di quello che abbiamo già pubblicato. Questo articolo parla in modo molto dettagliato del modo in cui il mister toscano fa giocare le proprie squadre prediligendo il 4-4-2 (ma forse sarebbe meglio parlare di 4-2-3-1).

Eccolo:


Maurizio Sarri e il suo 4-4-2

Uno degli allenatori che si è guadagnato il rispetto degli addetti ai lavori negli ultimi anni è sicuramente Maurizio Sarri, nato a Napoli nel 1959, ma toscano a tutti gli effetti.
Nell’arco di 5 stagioni calcistiche l’ex funzionario di banca della provincia aretina ha realizzato il suo sogno: diventare un allenatore professionista, mettendo da parte i conti correnti e i bonifici degli altri, e cimentandosi con altri tipi di numeri.
A proposito di numeri, ve ne sono alcuni che gli rimangono addosso come una seconda pelle.
Uno dei suoi soprannomi, infatti, è Mister “33 schemi”, ovvero il numero di stratagemmi, ad occhio e croce, che sarebbe in grado di applicare su palle inattive.
Ma è anche l’uomo di un particolare modulo 4-4-2, basato sulla spinta degli esterni, con difesa alta, due mediani di contenimento a fare da diga al centro e in avanti una punta e una mezzapunta. Sebbene nel calcio sia difficile inventare qualcosa, si può dire che questa variante del modulo all’inglese è stata ben interpretata dal tecnico toscano.
Sarri inizia la sua avventura calcistica nello Stia (Ar), in seconda categoria. Scala, a suon di vittorie e di promozioni sul campo, le varie categorie dilettantistiche, arrivando in Eccellenza, in serie D, e, nell’anno 2003/2004 alla Sangiovannese. Quell’anno centra l’obiettivo dichiarato del presidente Arduino Caprini e raggiunge uno splendido secondo posto che vale la C1.
Due anni dopo lo richiede il Pescara, ripescato per l’ennesima volta in serie B. Nonostante una situazione societaria difficile e una preparazione atletica iniziata tardi, Sarri, alla fine del campionato, si toglie la soddisfazione di centrare l’undicesimo posto esaltando diversi giocatori outsiders scartati e dati in prestito da altri club di serie B.
Gli anni successivi sono meno ricchi di soddisfazioni. Degna di nota però è la doppia partita di coppa Italia con il Milan: Sarri, alla guida dell’Arezzo, vede sfuggire la qualificazione per colpa di un errore arbitrale che annulla un gol regolare della sua squadra in finale di partita. Sergente di ferro preciso e testardo, mostra queste sue caratteristiche nel bene e nel male. Sono doti che gli hanno consentito di andare lontano, ma che gli hanno anche fatto perdere alcune partite: quando il suo gioco non funziona, Sarri raramente cambia l’assetto della squadra.

Il modulo 4-4-2 alla Sarri
Il 4-4-2 può essere applicato in diversi modi, e può prestarsi ad atteggiamenti tattici e a schemi molteplici. Il gioco alla Sarri, innanzitutto, cura meticolosamente la preparazione atletica.
Gli esterni di centrocampo devono correre tanto, distruggere e costruire il gioco, saper fare contenimento ma anche spingersi avanti. Sono, in definitiva, le pedine chiave di questo modulo.
I due giocatori al centro sono due mediani puri di rottura, devono essere il lucchetto di fronte alla difesa: recuperare i palloni e lanciare il pallone subito alle punte o alle ali. Si tratta, tutto sommato, di un modo di giocare semplice, che passa attraverso due scelte:
1) Lancio lungo del mediano verso la punta, che devia lateralmente di testa il pallone in favore di un compagno, il quale a sua volta deve essere pronto a concludere in porta.
2) Affondo di uno dei due esterni, che crossa al centro o conclude, talvolta, in porta.
È un modulo che da modo spesso agli esterni a segnare: ne sa qualcosa Daniele Croce, autore di un campionato col Pescara, quello del 2004/2005, giocato a livelli stellari.
Il lato debole di questo gioco è che trascura la fase di possesso della palla. È necessario, a volte, quando si sta vincendo e bisogna mantenere il risultato, rimanere in possesso del pallone e farlo girare, avanzando più con degli affondi palla al piede che con lanci lunghi.

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L'incredibile storia di Maurizio Sarri

Maurizio Sarri è il nuovo allenatore del Sorrento. Di lui finora sappiamo molto poco. I pochi dati in nostro possesso riguardano le tre occasioni in cui le sue squadre hanno incontrato il Sorrento, vale a dire Sorrento-Perugia del 25 gennaio 2009 terminata 1-0 (Biancone) e i due incontri della passata stagione con l’Alessandria terminati 3-3 l’andata al Moccagatta (Scappini, Martini, Togni, Damonte, Paulinho, Manco) e 4-3 per il Sorrento il ritorno al campo Italia (Scappini, Martini, Paulinho, Damonte, Terra, Corsetti, Paulinho).
Per saperne qualcosa di più abbiamo saccheggiato il web trovando alcuni articoli che lo descrivono molto bene. Il primo firmato da Ferdinando Ielasi è stato pubblicato sul sito www.reggionelpallone.it il 22 maggio 2010 alla vigilia dell’incontro Grosseto-Reggina.

Eccolo:

Dalla seconda categoria alla B. L'incredibile storia di Maurizio Sarri
MAURIZIO SARRI
Nato a Napoli il 10 Gennaio del 1959

Immaginate Carlo Briganti, Giovanni Minniti o un qualsivoglia tecnico che guida in Seconda Categoria una squadra “minore” reggina. Immaginateli prima per decenni nei suddetti campionati, e poi improvvisamente artefici di una escalation tale, da consentirgli di sedersi un giorno, quasi increduli, su una panchina di serie B. Immaginateli passare da campetti polverosi, a templi del calcio come il Marassi o il San Paolo. Pura utopia? Forse, o forse no. L’incredibile storia di Maurizio Sarri (ex calciatore dilettantistico dal curriculum praticamente  sconosciuto), parla infatti di un allenatore  che inizia proprio dalla Seconda, per poi scalare un po’ tutte le categorie, fino a ritrovarsi a 45 anni in serie cadetta.

La carriera - Fedelissimo al 4-4-2, sempre proposto pensando prima a distruggere il gioco altrui e poi a colpire, Sarri come già detto inizia ad allenare in Seconda Categoria, e più precisamente nella provincia di Arezzo, dov’è cresciuto fin da ragazzino. Il suo primo amore si chiama “Stia”, squadra di un paesino di nemmeno 3.000 anime che il tecnico comincia ad allenare a stagione in corso, nel 90-91, centrando un ottimo 4° posto.  E’ proprio nella provincia toscana, che anno dopo anno comincia a prendere forma e sostanza il “miracolo Sarri”, il quale ottiene altri 2 piazzamenti lusinghieri con la Faellese, che gli valgono il doppio salto nel campionato di Promozione. In quest’ultima categoria vince il suo primo torneo con il Cavriglia, anche se l’anno dopo, con lo stesso club, conosce per la prima volta l’amarezza dell’esonero. Tornato in Promozione una nuova vittoria del campionato, stavolta con l’Antella, nel 96-97. L’Eccellenza sembra tuttavia un ostacolo insuperabile, visto che in 3 anni si registrano il secondo esonero, con il Valderna, e 2 campionati anonimi con Antella e Tegoleto.

La prima vera impennata, è datata  2000-2001: Sarri accetta l’incarico del Sansovino (ancora in Eccellenza), ma comunica alla società che in caso di mancata vittoria del campionato abbandonerà definitivamente l’avventura come mister, per concentrarsi sul suo lavoro in banca. L’ago della bilancia,  penderà  a favore della panchina: il Sansovino infatti domina il campionato e accede in Cnd, e per convincere il mister a rimanere i dirigenti aretini gli raddoppiano l’ingaggio. Maurizio Sarri ormai è un allenatore a tempo pieno, che completa la sua scalata nel 2002-2003, quando con gli arancioblù conquista la Coppa Italia Dilettanti, e dopo essersi piazzato secondo nel proprio girone viene ripescato in C2. La favola continua a San Giovanni Valdarno, dove la Sangiovannese  prima vince i playoff di C2 e poi centra un onorevolissimo 8° posto nella c1 girone A. Per Sarri ormai è il momento della gloria, che si manifesta in serie B nel 2005-2006, anno in cui salva senza alcun problema un Pescara in gravissime difficoltà finanziarie, sul quale ad inizio stagione nemmeno gli stessi tifosi adriatici erano disposti a scommettere.

Nel 2006-2007, il sogno di  una vita: Sarri ritorna nella sua Arezzo, ma stavolta lo fa dalla porta principale, per prendere il posto di Antonio Conte e cercare di salvare gli amaranto, penalizzati di 6 punti nell’ambito di Calciopoli, dalla retrocessione in C1. Il prodigio stavolta non riesce (esonero a Marzo e squadra riaffidata a Conte), anche se  nell’album dei ricordi rimarrà per sempre uno storico pareggio per 2-2 in casa della Juventus.

Come spesso avviene, il boom è seguito dalla discesa, e le cose vanno male sia a Verona che a Perugia, in C1, dove Sarri ripete la brutta esperienza dell'entrata in corsa, con esonero successivo
  
Quest’anno la terza avventura in B, a Grosseto, dove subentra al posto dell'esonerato Gustineti:  il sogno  playoff, per i biancorossi sembra proprio destinato a rimanere tale.

Curiosità - Il vero e proprio pupillo di Maurizio Sarri, è l’ex centrocampista della Reggina Luca Tognozzi. Con Sarri, Tognozzi ha disputato 5 campionati di fila (Sansovino, Sangiovannese e Pescara) passando proprio come il suo allenatore dai campionati dilettantistici  alla serie B.

Palmares - 2 promozioni in Eccellenza (Cavriglia 94-95 e Antrella 96-97), 1 promozione in Cnd (Sansovino 2000-201), 1 promozione in C2 (Sansovino 2002-2003), 1 promozione in C1 (Sangiovannese 2003-2004), 1 Coppa Italia Dilettanti (Sansovino 2002-2003).

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Mancinelli raggiunge Simonelli a Benevento

Dopo le esperienze di Ghigo Gori, la parentesi Aldegani ed il trauma Paoloni, quest'anno il Benevento affiderà i pali al giovane romeno Claudio Ioan Baican. In quest'ottica la società giallorossa si è assicurata le prestazioni dell'esperto portiere Roberto Mancinelli, lo scorso anno in forza al Sorrento. Il trentasettenne portiere originario di Albano Laziale vanta una lunga esperienza in C con Teramo, Cavese e Catanzaro. Per l'approdo al Benevento mancano solo la firma ma l'operazione può dirsi fatta. Mancinelli arriverà nel Sannio con un contratto annuale e sarà la chioccia di Baican.

Mancinelli, in un'intervista rilasciata a Beneventofree.it, si è detto felice ed entusiasta della chiamata giunta dal club giallorosso. Lo scorso anno ha totalizzato 16 presenze con la maglia del Sorrento approfittando dei guai fisici di Gegè Rossi. Un'esperienza, quella in costiera, che ha rafforzato il feeling con l'allenatore Gianni Simonelli, passato al Benevento proprio nell'ultimo mese. Il tecnico di Saviano, una volta interpellato, su chi potesse essere il secondo di Baican, ha fatto subito il nome di Mancinelli al direttore sportivo Giuseppe Bifulco.

Roberto, dopo l'esperienza di Sorrento si apre davanti a te un nuovo scenario. A Benevento ritroverai Simonelli con cui puoi vantare un ottimo rapporto.

"Sì con il mister si è instaurato un buon feeling, con lui c'è la garanzia che si cresce. Lo ringrazio per aver scelto me anche a Benevento. Il ruolo che ricoprirò sarà lo stesso che ho ricoperto a Sorrento; non solo farò il secondo di Baican, ma avrò anche un compito "morale". Ecco, è questo che mi inorgoglisce di più. Il fatto che sia stato scelto anche per le mie doti umane è una cosa che mi fa immensamente piacere".

Quando firmerai il contratto?

"La firma ancora non c'è ma di fatto si tratta di una formalità. C'è l'accordo su tutto e martedì dovrei essere a Benevento per completare l'operazione. Il mio procuratore Spinosi ha parlato con Bifulco, ma con il ds giallorosso ci ho parlato anche io. Il progetto è fin da subito apparso serio".

Nella tua carriera tantissima Lega Pro. Hai giocato a Benevento da avversario diverse volte con le maglie di Cavese e Catanzaro. Hai qualche ricordo del pubblico beneventano?

"Il pubblico giallorosso lo ricordo molto caloroso ed onesto. Ho un flashback che riguarda una partita tra Benevento e Catanzaro della stagione 2007/2008. Nel post-partita mi fermai a discutere con dei tifosi sanniti nello spazio davanti agli spogliatoi. Nonostante il mio passato alla Cavese ed il fatto di essere un avversario, la discussione fu molto civile, e proprio per questo mi è rimasta impressa".

Con Simonelli hai già parlato?

"No, non sento il mister da diversi giorni ma spero di farlo al più presto. proverò a chiamarlo nei prossimi giorni ma sarà un'impresa ardua. È difficile che risponda al cellulare..."


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In arrivo i verdetti della Covisoc

In Prima Divisione rischiano l’esclusione, Salernitana, Lucchese e Gela

A partire da oggi, la Covisoc comincerà ad analizzare lo stato di salute dei conti delle 86 società di Lega Pro. Chi viene sorpreso non in regola dall’organo di controllo o mette mano alla tasca o chiude bottega.
Le verifiche tecnico-amministrative del Consiglio di Lega restituiscono alla Covisoc un quadro, all’apparenza, più confortante di quanto previsto alla vigilia: settanta ammesse e 16 con riserva. Tra le “sub judice”, 7 in Prima e 9 in Seconda Divisione.
In Prima Divisione Foggia, Gela, Salernitana, Atletico Roma, Ravenna, Lucchese e Como sono partite  con il piede sbagliato. Alla Covisoc spetterà il compito di chiarire se le indiscrezioni che filtrano rispondono al vero e che margini ci sono per ricomporre i guai. Foggia, Gela e Como vengono inserite tra i casi più o meno facilmente risolvibili. Per queste tre il problema sta nella fideiussione: mancante per il club lariano e quello siciliano; tecnicamente non valida per il Foggia.
Le verifiche del Consiglio di Lega hanno portato a contestare al Foggia la documentazione relativa all’impianto di gioco (lo Zaccheria) e quella della garanzia da 600 mila euro, che non sarebbe di un
istituto bancario primario. Intoppi, si dice, facilmente risolvibili. A Como, la famiglia Di Bari, proprietaria del club, dovrebbe ottenere, depositandola in settimana, la fideiussione. Per ottenerla, a Gela, sono mobilitate le più alte istituzioni politiche e cariche amministrative: dal sindaco ai parlamentari assicurano che il calcio gelese non morirà. Ma, fideiussione a parte, c’è da versare 275mila euro per saldare Iva e Irap. Tempo fino al 12, pur con la consapevolezza di partire, poi, con la penalizzazione di uno o due punti.
Voci di corridoio assicurano che all’Atletico Roma sia solo un problema legato allo stadio; risolvibile trasferendosi a Pomezia (probabile), Tivoli o Rieti. La Covisoc chiarirà se esiste, come si vocifera, anche una debitoria importante. La Lucchese altro non avrebbe depositato se non la domanda d’iscrizione (modulo e, ovviamente, tassa), in attesa di capire come evolverà la querelle tra la famiglia Giuliani (socio al 20%) e la Nice (proprietaria dell’80%). È probabile che ai toscani l’organo di controllo intimi l’alt in prima battuta; salvo regolarizzare la posizione entro il 12. Molto probabile che la Lucchese partirà - se parte - con la penalizzazione. A Ravenna, l’ingresso di Aletti dovrebbe garantire la fideiussione mancante, ma il colpo di grazia potrebbe arrivare dal calcioscommesse: col presidente coinvolto il rischio di retrocessione, per la responsabilità diretta, esiste. La Salernitana, delle sette ammesse con riserva, è il vero caso disperato: a prescindere dall’esito della trattativa tra Lombardi e Cesarano, occorre ricapitalizzare per 2,3 milioni di euro. Ce la facessero, i granata partirebbero con una forte penalizzazione.
Detto delle sette inadempienti, la Covisoc dirà chi delle 29 in regola - per il Consiglio di Lega - in Prima dovrà ricapitalizzare entro mercoledì. È presumibile che l’incombenza tocchi ad un 20% dei club; quindi, in Prima cinque o sei società potrebbero essere chiamate a sistemare i conti. Adempimento, questo, che potrà rivelare solo la Covisoc a lavoro ultimato.
Intanto, è possibile stimare in due, delle sette “ammesse con riserva”, il numero dei club a rischio nella ex serie C1: Salernitana e Lucchese. Forse tre, se la mobilitazione a Gela non dovesse dare frutti. Al netto dei lavori del super procuratore Palazzi: il Ravenna potrebbe superare l’esame Covisoc, ma essere stangato dalla giustizia sportiva.

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