Monica De Gennaro ci racconta il trionfo europeo dopo una estate infinita e piena di emozioni
Qui l’ha raggiunta il giornalista del Corriere dello Sport Christian Marchetti a cui ha rilasciato la seguente intervista:
In fin dei conti, Monica "Moki” De Gennaro è un'alchimista sui generis: deve raccogliere qualsiasi cosa voli veloce verso il pavimento per trasformarlo in oro. Sabato sera a Belgrado si è superata, contribuendo non poco al trionfo europeo. Il trionfo del collettivo, tendini e nervi anche per dare una pennellata quantomeno grigia (anziché nero tenebra) ai ricordi di quell'Olimpiade sfumata ai quarti proprio contro la Serbia. L’ltaldonne si è ritrovata. «Ci siamo messe lì a parlare di cosa è successo questa estate». rivela Moki.34 anni, ruolo libera Nascita anagrafica a Piano di Sorrento, sportiva a Vicenza, consacrazione a Conegliano dove in otto stagioni ha vinto tutto: un Mondiale per club, una Champions, quattro scudetti e molto altro. Oltre a qualcosa di ancora più importante: il coach Daniele Samarelli, sposato nel 2017. In quindici anni di Nazionale, una Coppa del Mondo, un argento ai Mondiali e quel successo e trofeo atteso dodici anni.
De Gennaro, come si sente adesso?
«Siamo tutte felici, ma anche frastornate. E non solo perché alle 3.30 eravamo già in aeroporto».
Cosa vi siete detta in qual confronto a fine partita?
«Abbiamo tirato un bilancio, analizzato questa estate chiusa nel migliore dei modi».
Quando è uscito il discorso Olimpiadi?
«A dire il vero non ne abbiamo parlato. Ci sono competizioni che vanno bene, altre meno. In questi Europei siamo state anche abbastanza fortunate, perché arrivare in semifinale non è stato facile: dovevamo ritrovare il nostro gioco. Dalla semifinale l'abbiamo fatto, poi la finale è stata la partita più bella».
Ha detto che è stata una vittoria diversa, non una rivincita che la ripaga dalle delusioni. Conferma?
«Certo. Sono davvero molto felice, abbiamo giocato una finale grandiosa ed erano anni che non vincevamo. Le Olimpiadi restano un discorso a parte: arrivano ogni quattro anni e ogni atleta punta a quell'obiettivo straordinario che è la medaglia».
Il simbolo del trionfo quel clamoroso quarto set divorato 25-11. È d'accordo?
«Fino a un certo punto. Avevamo delle belle sensazioni, ma senza grosse aspettarne visto che, ogniqualvolta ne abbiamo avute con la Serbia siamo rimaste deluse. Poi abbiamo pensato a tutti quei tifosi sugli spalti, considerando che potessero essere un'arma a doppio taglio».
È mancato il fattore pubblico?
«Ha influito più nella loro semifinale con la Turchia. Noi invece d siamo dette: “Viviamocela giochiamo la nostra miglior pallavolo".
In questi Europei avete incontrato anche la Croazia guidata dal suo Daniele. Cosa le ha detto?
«Anche nei momenti difficili, che avevamo buone possibilità e che avremmo potuto giocarcela. Pura positività. Certo, la partita con la Croazia è stata piuttosto particolare, lo ammetto. Ho cercato in tutti i modi di non guardare la loro panchina. A fine partita però. finito tutto ci siamo salutati».
Altra bella emozione le maglie di Caterina Bosetti e Sarah Fahr sul podio.
«Sono state sfortunate, costrette per infortunio a perdersi la festa. Hanno trascorso con noi tutta l'estate, compresi i momenti difficili, e non hanno mai smesso di sostenerci e inviarci messaggi. Le abbiamo sentite già a fine partita. Una videochiamata dagli spogliatoi, prima della premiazione».
E alla premiazione vi siete sciolte...
«Personalmente, non ho neanche visto la gente sugli spalti. Negli ultimi anni, quando siamo salite sul podio, non era mai per il gradino più alto. Stare a sentire l'Inno, è stato davvero emozionante».
Cosa risponde ora alle critiche venute soprattutto via social?
«Siamo state noi le prime a criticarci. Non siamo andate certo in Giappone con l’idea di giocare male. Vaglio solo dire che si può giudicare magari l'aspetto tecnico, ma anche che, oltre che atlete, siano persone».
E adesso?
«Adesso sono a casa dei miei genitori e me la godo. Mia sorella, il suo compagno e mio nipote mi hanno portato in un parco divertimenti. Trascorrerò qualche giorno di ''stacco" qui. A fine settimana tornerò a Conegliano. SI riparte».
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