Ruotolo tentato dal tridente

sabato 21 aprile 2012 0 commenti


Per l’incontro di domani pomeriggio con la Tritium, Gennaro Ruotolo dovrà fare a meno di Daniele Croce, Rocco Sabato e Abdou Niang, tutti e tre infortunati. La squadra rossonera è imbarcato sul volo per Milano con una comitiva di 19 uomini: Basso, Beati, Bondi, Bonomi, Camillucci, Carlini, Catapano, Chiodini, Corsetti, Di Nunzio, Ginestra, Maritato, Nocentini, Romeo, Rossi, Scappini, Terra, Vanin, Zanetti.
L’assenza di Croce era data per probabile già ad inizio settimana, per cui si è molto discusso su chi potesse essere il sostituto. Dopo la buona prestazione di Scappini nell’amichevole con il Napoli Sanità (5 reti) è prevalsa la tesi di un attacco formato da Ginestra e Scappini con Carlini esterno di centrocampo. Nelle ultime ore però ha preso piede l’ipotesi di un Sorrento schierato con il 3-4-3 con Rossi in porta; Nocentini, Di Nunzio e Terra in difesa; Zanetti e Camillucci in mediana, con Vanin e Bonomi esterni; Carlini, Ginestra e Basso in avanti.
Il Sorrento partirebbe con questa formazione, cercando di sfruttare le sgroppate di Vanin e Bonomi sugli esterni e tre attaccanti mobili che potrebbero mandare in confusione una difesa già indebolita dalle assenze di due uomini importanti (Saugher e Teso).
Nel caso in cui non gli riuscisse di sbloccare il risultato con questo schieramento, Ruotolo potrebbe sempre tornare al 4-4-2 togliendo un difensore per far posto a Scappini o ad un esterno di ruolo quali Bondi e Corsetti.


SORRENTO (3-4-3): Rossi; Terra, Di Nunzio, Nocentini; Vanin, Camillucci, Zanetti, Bonomi; Carlini, Ginestra, Basso. In Panchina: Chiodini, Romeo, Beati, Corsetti, Bondi, Maritato, Scappini.

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Tritium in emergenza



La Tritium di Simone Boldrini reduce da tre sconfitte consecutive si appresta ad affrontare il Sorrento con una difesa a pezzi. Suagher e Teso sono squalificati, mentre capitan Dionisi in settimana ha avuto un grave lutto in famiglia. Il tecnico lombardo ritrova il giovane Casiraghi rinfrancato dalle buone prestazioni con la nazionale di Lega Pro nel torneo di Dubai.
Le assenze in difese obbligheranno Boldrini a mettere nuovamente da parte il 3-5-2 adottato nella trasferta di Reggio Emilia per ritornare al 4-4-2. In porta ci sarà il riconfermato Pansera. La linea difensiva dovrebbe essere composta da Martinelli a destra, Cremaschi e Dionisi centrali, Possenti a sinistra. In mezzo al campo ci saranno Daldosso e Malgrati, con Enrico Bortolotto a destra, e Casiraghi a sinistra. La coppia d’attacco sarà costituita da Roberto Bortolotto e Spampatti.  

TRITIUM (4-4-2): Pansera; Martinelli, Cremaschi, Dionisi, Possenti; E. Bortolotto, Malgrati, Daldosso, Casiraghi; R. Bortolotto, Spampatti. In panchina: Nodari, Chimenti, Riva, Corti, Di Ceglie, Monacizzo, Sinato. All. Boldrini

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L’abatese Pozzovivo re del Trentino

venerdì 20 aprile 2012 0 commenti


Domenico Pozzovivo, ciclista della Colnago-CSF Inox, che fa speso base a Sant’Antonio Abate e non disdegna di allenarsi lungo la Costiera Amalfitana si è aggiudicato il 36.esimo Giro del Trentino, antipasto del Giro d'Italia.
Il lucano, classe '82, ha mantenuto la leadership anche al termine dell'ultima tappa, vinta dal colombiano Atapuma sul passo Pordoi. Pozzovivo, terzo alle spalle di Betancur nella frazione finale, si è aggiudicato la classifica generale con 40" su Damiano Cunego (Lampre) e 1'04" su Sylwester Szmyd (Liquigas).
Il ciclista di Policoro ha fatto tutta la differenza del mondo in salita. E dopo aver sbaragliato la concorrenza giovedì a Punta Veleno, si è ripetuto sul Pordoi (-2 di temperatura e un po' di nevischio), guidando il gruppo dei migliori - con Cunego, Rujano e Szmyd - fino a pochi metri dal traguardo. Poi l'assolo di Atapuma, che ha chiuso con 3" di vantaggio sul connazionale Betancur e 6" sullo stesso Pozzovivo. Male Basso, Scarponi e Di Luca, che hanno ceduto all'inizio della scalata finale. Il Giro d'Italia è alle porte, i primi segnali sono già arrivati. 

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Tritium a caccia di punti contro il Sorrento

(Fonte: www.tritium1908.it) - La partita di domenica contro il Sorrento avrà una doppia importanza per la Tritium. Oltre alla necessità di fare punti per avvicinarsi alla salvezza, la formazione di mister Boldini cercherà la vittoria per poi dedicarla al capitano Alessio Dionisi, colpito dalla perdita della sua cara mamma.
Una delegazione della prima squadra, accompagnata dal responsabile dell’area tecnica Fiorino Pepe e dal team manager Angelo Locatelli, si è recata venerdì 20 a Piancastagnaio, in provincia di Siena, per partecipare alla cerimonia funebre e stare vicina alla famiglia Dionisi. Il resto del gruppo è invece rimasto a Trezzo sull’Adda per prendere parte alla seduta di allenamento, in cui sono stati provati degli schemi difensivi e offensivi da adottare poi nell’imminente sfida contro i costieri di mister Gennaro Ruotolo.
Prima dell’inizio dell’allenamento, Daniele Casiraghi ha fatto brevemente il punto della situazione. “Domenica cercheremo di portare a casa i tre punti, vogliamo dedicare ad Alessio la vittoria – le sue parole – tutti noi abbiamo accolto con dolore la notizia della scomparsa di sua madre, gli siamo vicini in questo momento di lutto”. 
Casiraghi, dopo la felice parentesi di Dubai con la Rappresentativa Lega Pro, è pronto a tornare a combattere con la Tritium. “Contro il Sorrento sarà una partita difficile, è una grande squadra e anche all’andata contro di noi lo ha dimostrato. Noi però dobbiamo fare punti a tutti i costi, per cui ci proveremo fino alla fine. Per quanto mi riguarda sto bene e mi sento pronto: a Dubai ho vissuto un’esperienza stupenda, ma adesso penso solo alla Tritium”.

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Il nostro destino è nelle nostre mani


Dopodomani riprende la corsa del Sorrento verso i playoff. Saltato l’incontro con il Foggia per la tragedia del giovane Morosini i rossoneri si troveranno ad affrontare prima la Tritium in trasferta e poi tra mercoledì e la domenica successiva ospiteranno Foggia e Pro Vercelli al Campo Italia.
Scontato che la prima domanda che sia stata rivolta a Ruotolo abbia riguardato proprio questa triste vicenda. Il mister rossonero resta in silenzio per un attimo, quasi stesse ripassando nella propria mente gli episodi dell’ultima settimana per poi rispondere con un tono di circostanza “La tragedia di Morosini ci ha colpito profondamente ed è stato giusto che la federazione abbia deciso di non far giocare nessuna partita. Giocare domenica scorsa non sarebbe stato possibile. Questo però ha comportato una modifica del calendario.  Secondo me però non cambia nulla. Una partita vale l’altra Mancano quattro partite alla fine e noi dobbiamo affrontarle tutte e quattro al massimo delle nostre possibilità”.
Nel dire questo il volto di Ruotolo riacquista il sorriso che aveva quando è entrato in sala stampa. “Abbiamo davanti a noi quattro sfide decisive e per centrare il nostro obiettivo sarà fondamentale concentrarsi su un impegno alla volta a cominciare da quella con la Tritium che è una buona squadra sia dal punto di vista tecnico che mentale. Un gruppo unito, reduce dalla vittoria del campionato di Seconda Divisione che fin qui ha fatto molto bene e che domenica, giocherà con la mente sgombra da problemi per cercare di ottenere quei tre punti che gli permetterebbero di raggiungere la salvezza con tre turni d’anticipo”.
Man mano che Ruotolo va avanti nella sua esposizione il tono della voce si fa sempre più deciso “Domenica ci aspetta quindi un incontro difficile ma la squadra ha preso coscienza delle proprie potenzialità e sono sicuro che andrà in campo con la cattiveria e la rabbia di cui è capace, e riuscirà ad ottenere la vittoria”.
“Il momento è troppo importante per permetterci il lusso di sbagliare partita. Molto probabilmente la lotta per accedere ai playoff si deciderà solo all’ultima giornata e non è ristretta solo a noi e al Benevento ma coinvolge anche Taranto e Pro Vercelli. Il nostro destino è nelle nostre mani. Al momento siamo quinti, ma se giochiamo come siamo capaci di fare nessuno potrà impedirci di coronare il nostro sogno”.

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12 anni di squalifica a Riccardo Riccò

giovedì 19 aprile 2012 0 commenti


Fonte: Gazzetta dello sport

Il Tribunale nazionale antidoping sancisce il definitivo stop del modense, accogliendo la richiesta della Procura del Coni per l'autoemotrasfusione del febbraio 2001

Riccardo Riccò non era presente, ma a Roma il Tribunale nazionale antidoping ha emesso per lui una sentenza che, di fatto, mette la parola fine alla carriera agonistica del modenese: 12 anni di stop (fino al 18/1/2024), quelli che aveva chiesto la Procura del Coni lo scorso 12 ottobre. Al 28enne modenese - già squalificato 20 mesi per la positività al Cera al Tour 2008, quindi recidivo - veniva contestata un'autotrasfusione di sangue che nel febbraio 2011 l'aveva messo in serio pericolo di vita. Oltre alla squalifica per 12 anni, Riccò è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento quantificate in 15mila euro e gli è stata inflitta una sanzione economica di 5mila euro.
Erano le prime ore del 6 febbraio 2011: Riccardo Riccò veniva portato in ambulanza all' ospedale di Pavullo in condizioni gravissime, per un blocco renale conseguente a una setticemia. Ai medici che lo soccorsero, stando al referto, disse di essersi fatto "una autotrasfusione con il sangue che conservava in frigo da 25 giorni". A confermarlo ci sono le dichiarazioni di otto testimoni, tra cui il personale del 118 e i dottori del pronto soccorso Giuseppe Barozzi e Paolo Maffei. L'infermiere che gli praticò la prima flebo notò inoltre un ematoma sul braccio, tipico di una puntura da ago. La difesa del corridore invece avanzava l'ipotesi di un'infezione sanguigna causata da una flebo infetta, sostenendo che Riccò in quel periodo stesse facendo una cura di ferro. Spiegazione non fornita ai medici di Pavullo né a quelli di Baggiovara, che lo tennero in cura per 12 giorni, ma tirata fuori solo otto mesi dopo. La superperizia ordinata dal giudice Francesco Plotino a tre esperti invece confermò che le condizioni di Riccò fossero riconducibili a una trasfusione di sangue mal conservato.

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Sorrento, 13 reti al Napoli Sanità. Scappini ne fa 5


Oggi pomeriggio, al Campo Italia, il Sorrento ha disputato un incontro amichevole con il Napoli Sanità compagine militante nel girone A dell’Eccellenza campana. Tra i giocatori dell’undici partenopeo ve ne era uno dal nome famoso: Diego Armando Maradona junior (foto a lato) il figlio del grande Diego.
L’incontro è terminato con il punteggio di 13 a 0 per i rossoneri, cinque delle quali sono state messe a segno nel corso dei primi 45 minuti da Stefano Scappini, che ha lanciato un chiaro segnale all’allenatore Ruotolo in vista della decisiva partita di domenica prossima che vedrà il Sorrento ospite del Tritium allo Stadio Brianteo di Monza.
Assenti gli infortunati Croce, Niang e Sabato, il tecnico rossonero ha utilizzato tutti gli uomini a disposizione mandando in campo due distinte formazione per ciascuno dei due tempi di gioco.
Il Sorrento, inizialmente, è sceso in campo con la seguente formazione: Chiodini; Vanin, Romeo, Terra, Breglia; Corsetti, Beati, Camillucci, Basso; Maritato, Scappini. La prima frazione di gioco si è conclusa con i rossoneri in vantaggio per 6 reti a zero. Cinque di Scappini al 5’, 18’ 23’ 32’ e 45’, la sesta di Camillucci al 39’.
Diego Maradona è andato per due volte vicino al gol. La prima volta il suo tiro ha scheggiato la traversa della porta difesa da Chiodini. La seconda volta è stato il portiere a negargli la gioia del gol deviando in angolo la sua conclusione.  
Nei secondi 45 minuti Ruotolo ha mandato in campo la seguente formazione: Rossi; Vigorito, Nocentini, Di Nunzio, Bonomi; Bondi, Beati (60’ Vollono), Zanetti, Corsetti (60’ Catapano); Carlini, Ginestra. In questa seconda frazione i rossoneri hanno realizzato 7 reti: tre con Ginestra al 60’ 64’ e 90’, due con Carlini al 81’ e 83’, una con Bondi (71’) e Catapano (88’).

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Lega Pro, 26 società rischiano il fallimento

(Fonte: Corriere Adriatico - Stefano Rispoli) - Secondo il principio di responsabilità sociale previsto dal nuovo Codice Etico della Lega Pro, i club calcistici devono adottare “condotte economiche che assicurino una esemplare gestione finanziaria, tale da garantire la continuità societaria nel contesto territoriale”. Più che una regola è un’utopia: la situazione in Lega Pro è drammatica, anche peggiore rispetto a un anno fa quando a saltare furono 15 club. Fonti vicine alla Covisoc rivelano che ad oggi appena 51 società su 77 avrebbero le carte in regola per iscriversi al prossimo campionato. In 26 rischiano di scomparire: altre 6 presentano una situazione delicata ma risolvibile, monitorata con grande attenzione dalle squadre di serie D interessate ad eventuali ripescaggi.
Oltre un terzo dei club di Lega Pro versano in condizioni critiche. C’è chi è già fallito, come il Savona che, grazie all’esercizio provvisorio e all’ingresso di nuovi imprenditori, ha potuto salvaguardare società e categoria. Non è il caso del Piacenza, fallito sotto debiti per 1,5 milioni e ora in cerca di acquirenti. Anche la Triestina è sull’orlo del fallimento, ma qui ci sono cordate pronte ad intervenire. Procedure concorsuali imminenti per la Spal. A Taranto tutte le speranze di salvezza sono riposte nella promozione in B, così come a Siracusa. Drammatiche le condizioni di Barletta, Andria, Como, Pergocrema (l’ex dorico Briganti sta vendendo le quote) e Monza (il milanista Seedorf, che gestisce il club, lascerà). In Seconda, Aquila, Montichiari e Campobasso sono a un passo dal baratro.
Le ipotesi sono due: o la Lega Pro fa una sanatoria oppure, confermando le regole, sarà un bagno di sangue. Stando alle previsioni sarà dura anche arrivare a quota 60, quella auspicata da Macalli. Tuttavia, le carte federali dicono che per la riforma integrale (serie C unica con tre gironi da 20) bisognerà aspettare il 2013/14. Se così fosse, come organizzare la prossima stagione? La Lega ci sta lavorando. L’idea di massima è mantenere ben netta la distinzione tra Prima e Seconda Divisione, dove l’ex serie C2 potrebbe prevedere un girone unico da 24 squadre. Ma ha senso? E chi potrà sobbarcarsi un campionato così lungo e costoso? E allora potrebbero essere formulati due gironi da 16, contribuendo a ridurre da 77 a 68 il numero delle squadre in Lega Pro.

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